Home Test Drive Hyundai i20 1.0 TGDI 48V Bose: la prova su strada

Hyundai i20 1.0 TGDI 48V Bose: la prova su strada

L’utilitaria di Hyundai è crescita sotto ogni aspetto e adesso punta al vertice della categoria, come dimostra la versione Bose del test

Continua il rinnovamento della gamma Hyundai attraverso l’arrivo della nuova i20 che indossa forme più audaci per essere protagonista nel segmento B. Abbiamo guidato la versione Bose spinta dal 1.0 a 3 cilindri associato ad un sistema ibrido leggero.

Esterni: stile tagliente per attirare l’attenzione

Non si può dire che al reparto design Hyundai non si siano rimboccati le maniche, perché la i20 è stata letteralmente rivoluzionata nello stile. Si capisce già dal taglio dei fari a LED, che formano un tutt’uno con la calandra e sembrano sostenere un cofano impreziosito da nervature riproposte anche sulla fiancata fino a sfociare nelle luci posteriori a forma di zeta. Queste ultime sono unite nella zona centrale che attraversa il portellone. Completano il quadro i cerchi da 17 pollici e la livrea bicolore, così adesso può tranquillamente competere con le proposte più significative della sua categoria in materia di design. Un grande passo avanti rispetto al modello precedente, di sicuro meno ambizioso dal punto di vista delle forme.

Interni: non le manca niente, ma le plastiche rimangono rigide

L’interno della nuova i20 è caratterizzato da una plancia dal disegno originale, che riprende una lavorazione delle plastiche interessante, alla stregua di quella che abbiamo avuto modo di osservare anche sull’ultima i10. Certo, dei materiali più morbidi avrebbero consentito all’utilitaria coreana di compiere un balzo in avanti rispetto alla concorrenza, ma gli assemblaggi si rivelano curati, e denotano concretezza. Tutta nuova la strumentazione digitale, che cambia in base alle modalità di guida prescelte, e si trova allo stesso livello dello schermo dell’infotainment da 10,25 pollici capace di dialogare con gli smartphone, forte di funzioni online gratuite per i primi 5 anni, dotato di grande reattività, ed impreziosito da tasti fisici per richiamare le varie voci rapidamente.

Si capisce che è una vettura dell’ultima ora anche per la cura riservata al vano per alloggiare il telefono con tanto di ricarica wireless. A livello di spazio si viaggia comodi anche dietro, dove non mancano centimetri sia davanti alle ginocchia che sopra la testa, quindi anche i più alti non hanno limitazioni. Chiaramente, la natura ibrida della vettura del nostro test-drive comporta una riduzione di spazio nel bagagliaio di 90 litri rispetto ai 351 litri delle varianti con il solo motore termico.

Al volante: sicura e con una frizione unica

Il piccolo 3 cilindri da 1 litro, sovralimentato, sprigiona 100 CV e 171 Nm di coppia massima, e lavora in sinergia con un sistema ibrido leggero a 48 volt che funge anche da alternatore e motorino d’avviamento. Per cui la i20 non appare mai seduta, anzi, è piuttosto pronta a riprendere la marcia con il comparto elettrico che l’aiuta in basso e nella zona alta del contagiri. Certo, se si insiste sull’acceleratore il propulsore mostra il suo lato ruvido che ne svela l’architettura, ma a velocità costante assicura un comfort acustico di buon livello.

Particolarmente valida la frizione azionata elettricamente da un attuatore che riconosce la pressione esercitata sul pedale: una vera chicca tecnologica! Infatti, bisogna riconoscere che non si notano cambiamenti nell’utilizzo quotidiano, per cui il cambio manuale a 6 rapporti si gestisce come quello di un’auto convenzionale, e l’unica nota stonata riguarda il punto di stacco del pedale della frizione, situato piuttosto in alto. Il telaio è valido, gli appoggi sono buoni, e l’azione dinamica ne trae giovamento, al punto che si è portati a desiderare un volante ancora più incisivo a livello di reattività e progressività ai piccoli angoli.

Tra le tante voci in cui la i20 è cresciuta merita una menzione particolare la sicurezza attiva che, grazie al Safety Plus Pack (accessorio da 1.100 euro), nel quale sono contenuti la frenata automatica d’emergenza, capace di bloccare l’auto anche in retromarcia; il monitoraggio dell’angolo cieco dei retrovisori; ed il sistema che mantiene l’auto nella propria corsia; è praticamente al top. Rimane da affrontare il capitolo consumi: guidando in maniera convenzionale abbiamo riscontrato una percorrenza media di 16 km/l, ma è evidente che prestando particolare attenzione allo stile di guida e viaggiando su percorsi extraurbani si possano ottenere risultati migliori.

Prezzo: la Bose con il mild hybrid parte da 21.400 euro

La versione Bose, con un impianto audio decisamente premium, ha un costo iniziale di 21.400 euro, ma integrando la dotazione con il Safety Plus Pack, un pacchetto che consigliamo vivamente, il prezzo subisce un incremento di 1.100 euro. Volendo un esemplare praticamente full-optional, come quello della nostra prova, il conto arriva a 25.500 euro, ma ci sono sempre gli incentivi che aiutano in fase d’acquisto.

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