I sedili premium che incantano il mondo restano in Italia

Il gruppo Proma investe in Italia trasferendo la produzione di sedili di lusso nel torinese. Scopri le sfide e le opportunità del settore

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 18 feb 2025
I sedili premium che incantano il mondo restano in Italia

Il gruppo Proma ha deciso di rilocalizzare in Italia alcune delle sue più importanti linee produttive automotive, attualmente situate in Germania e Francia. L’azienda ha scelto di investire nello stabilimento di Caselette, in provincia di Torino, per la produzione di sedili auto lusso destinati a marchi prestigiosi come Porsche e BMW.

Rilancio dei sedili premium in Italia

Questa decisione, che va in controtendenza rispetto al panorama industriale globale, è guidata dall’intento di valorizzare l’eccellenza della manifattura torinese nel settore automotive premium. Il trasferimento delle produzioni comporterà un incremento annuo di circa 50.000 sedili, includendo anche componenti per il fuoristrada di lusso Grenadier del marchio britannico Ineos.

L’amministratore delegato Luca Pino ha dichiarato che la strategia aziendale si concentra su brand di fascia alta come Mercedes, McLaren e Aston Martin, puntando sulle competenze distintive del made in Italy per affrontare le sfide del mercato. Nel torinese, il gruppo è già ben radicato con tre stabilimenti situati a Caselette, Rivoli e Bruino, che insieme impiegano 350 dipendenti. Con una presenza globale su tre continenti e 25 impianti, il gruppo Proma è attivo in paesi come Marocco, Spagna, Brasile, Argentina e Messico, dimostrando una forte vocazione internazionale.

Manifattura italiana sugli scudi

Tuttavia, i piani di espansione dell’azienda incontrano ostacoli legati alla burocrazia investimenti. A Caselette, dove l’azienda possiede un terreno di 50 mila metri quadrati, il progetto per un nuovo capannone di 15 mila metri quadri è attualmente bloccato, nonostante le rassicurazioni da parte delle istituzioni.

“Non chiediamo sussidi, ma solo di poter crescere”, ha affermato Pino, sottolineando come la complessità burocratica e l’incertezza normativa rappresentino un freno alla competitività rispetto a Paesi come Polonia e Serbia, che offrono incentivi più vantaggiosi. Nonostante le difficoltà, il gruppo Proma conferma il suo impegno verso l’Italia, auspicando però un maggiore supporto istituzionale per evitare che gli investimenti vengano dirottati all’estero.

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