Incidenti stradali: tangenziali e città sono le zone più pericolose
La ricerca precisa inoltre che nel 2020 si sono registrati 24.205 sinistri, di cui ben 830 mortali, con 911 decessi.
Anche il 2020 si è distinto purtroppo per la pericolosità delle strade italiane. Lo scorso anno il 73% degli incidenti si è consumato nelle aree urbane, il 22% sulle strade extraurbane e il 5% in autostrada. Questi sono i dati diffusi dalla “Localizzazione degli incidenti stradali 2020“, lo studio svolto dall’ACI sull’incidentalità lungo i circa 55mila chilometri della rete stradale principale del nostro Paese. La ricerca precisa inoltre che nel 2020 si sono registrati 24.205 sinistri, di cui ben 830 mortali, con 911 decessi (il 38% del totale) e 36.518 feriti.
Tangenziali
L’analisi prende in considerazione anche il rapporto tra sinistri e lunghezza della rete: da qui emerge che le autostrade urbane (tangenziali) risultano quelle con maggiori incidenti, a causa dell’elevato traffico e della varietà di veicoli che le percorrono. Secondo l’ACI le arterie in cui si sono verificati più incidenti sono le seguenti: le tangenziali di Milano, la tangenziale Nord di Torino, la Diramazione di Catania A 18 dir, il raccordo di Reggio Calabria, mentre per quanto riguarda Roma, il Grande raccordo anulare e la Penetrazione Urbana della A24.
Strade extraurbane
Passando alle strade extraurbane, il numero più elevato di incidenti riguarda i seguenti tratti: Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga nel tratto in provincia di Monza Brianza, la SS 207 Nettunense in provincia di Latina, la SP 227 di Portofino in provincia di Genova e l’Asse interurbano di Bergamo. Secondo i dati diramati, l’indice di mortalità medio risulta pari a 3,8 morti ogni 100 incidenti, segnando quindi una crescita rispetto al 2019 (3,4).
Crollo incidenti a causa della pandemia
La pandemia che ha sconvolto il mondo nel 2020 ha avuto effetto anche sugli incidenti stradali che sono crollati del 39,9% e i decessi sono calati del 37,1% sulle autostrade. Sulla strade extraurbane rispettivamente sono calati del 27,5% e del 25,7% e nei centri urbani del 31,7% e del 20,3%. Ovviamente il calo più evidente è stato nei periodi di lockdown che si sono verificati nei mesi di marzo (-73%) e aprile (-86%).