Inseguimento con la Polizia, gli agenti lo fermano con lo Stop Stick

A Nantes, un giovane sfida la polizia in un inseguimento spettacolare. Fermato grazie allo Stop Stick, il tentativo si conclude a piedi

Di Renato Terlisi
Pubblicato il 28 mar 2025
Inseguimento con la Polizia, gli agenti lo fermano con lo Stop Stick

Un’infrazione stradale si è trasformata in un rocambolesco inseguimento ad alta velocità nei pressi di Nantes. Protagonista della vicenda è un giovane di 25 anni che, nel pomeriggio del 25 marzo, ha ignorato l’alt della polizia, scatenando una fuga culminata con la sua cattura grazie all’utilizzo di un dispositivo tecnologico, lo Stop Stick.

Un inizio sottotono

Tutto è iniziato con un normale controllo di routine. Gli agenti hanno tentato di fermare il veicolo, ma il conducente ha scelto di accelerare, costringendo le forze dell’ordine a un pericoloso inseguimento. La situazione si è conclusa quando gli agenti hanno utilizzato lo Stop Stick, un dispositivo progettato per sgonfiare in modo controllato gli pneumatici di veicoli in fuga. Neutralizzate le ruote, il fuggitivo ha provato a scappare a piedi, ma è stato catturato dopo poche centinaia di metri, sopraffatto dalla fatica.

L’episodio richiama alla memoria altri casi simili, come quello avvenuto a Parigi, dove un inseguimento terminò con un maxi tamponamento che paralizzò il traffico cittadino per ore, causando ingenti danni. Non sempre, però, queste fughe finiscono nell’anonimato: emblematico il caso di Lily Stewart, una ventenne americana che, dopo essere stata fermata per eccesso di velocità, è diventata una celebrità sui social grazie alle sue foto segnaletiche particolarmente fotogeniche.

La tecnologia blocca la fuga

Questi eventi mettono in luce l’efficacia delle moderne tecniche d’intervento delle forze dell’ordine, in grado di gestire situazioni ad alto rischio riducendo al minimo i pericoli per la popolazione. Lo Stop Stick, in particolare, rappresenta un’innovazione significativa nelle strategie di contenimento dei veicoli in fuga.

Resta aperta la domanda sulle motivazioni che spingono alcune persone a trasformare un’infrazione minore in un reato più grave. Che si tratti di un’illusione momentanea di poter sfuggire alle conseguenze o di un impulso irrazionale dettato dalla paura, casi come quello di Nantes dimostrano che, alla fine, la fuga auto è sempre una strada senza uscita.

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