Jaguar Land Rover sospende le esportazioni negli USA per i dazi di Trump
Jaguar Land Rover interrompe le esportazioni verso gli USA a causa dei dazi del 25% imposti da Trump, rischiando 25mila posti di lavoro in UK
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Jaguar Land Rover ha deciso di sospendere le proprie esportazioni di veicoli dal Regno Unito agli Stati Uniti, una mossa obbligata a causa dei nuovi dazi Trump del 25% introdotti dall’amministrazione americana. Questa decisione segna un momento critico per il colosso britannico, di proprietà del gruppo indiano Tata Motors, considerando che il mercato auto USA rappresenta un quarto del fatturato globale dell’azienda, con circa 100.000 veicoli venduti ogni anno.
Restano le scorte
Le scorte attualmente disponibili sul territorio statunitense consentiranno a Jaguar Land Rover di operare per circa due mesi, ma le prospettive future restano incerte. La situazione mette a rischio non solo i 38.000 dipendenti del gruppo nel Regno Unito, ma anche l’intero comparto automobilistico britannico, che impiega complessivamente 200.000 persone.
Secondo l’Institute for Public Policy Research, i nuovi dazi Trump potrebbero mettere in pericolo almeno 25.000 posti di lavoro nel Regno Unito, con ripercussioni significative anche sull’indotto e sui fornitori di componenti. L’impatto si estenderebbe ad altri prestigiosi marchi britannici come Mini, Rolls-Royce, Aston Martin e Ineos, per i quali il mercato auto USA rappresenta la seconda destinazione d’esportazione dopo l’Unione Europea.
Questa politica protezionistica si inserisce in un contesto più ampio di tensioni commerciali internazionali promosse dalla Casa Bianca, alimentando preoccupazioni sul futuro del commercio globale e sulla cooperazione economica tra le nazioni.
Rivedere le proprie strategie
Per far fronte a questa nuova realtà, Jaguar Land Rover e i suoi concorrenti dovranno rivedere le proprie strategie produttive. Tra le opzioni in considerazione vi sono l’apertura di nuovi stabilimenti all’estero o la diversificazione verso mercati alternativi meno ostili.
Il settore automobilistico britannico si trova così a dover affrontare una “tempesta perfetta”: da un lato le sfide poste dal protezionismo americano, dall’altro la necessaria transizione verso la mobilità elettrica e sostenibile, che richiede ingenti investimenti in innovazione e tecnologia. Vedremo cosa succederà al marchio britannico.
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