Jeremy Clarkson prova la Ford Mustang Dark Horse: il giudizio
Scopri la recensione di Jeremy Clarkson sulla Ford Mustang Dark Horse. Tra elogi al design e critiche alle moderne funzionalità
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La recensione auto più recente di Jeremy Clarkson, celebre ex conduttore di programmi come Top Gear e The Grand Tour, ha riacceso il dibattito sull’evoluzione della Ford Mustang. Nelle sue parole, la nuova versione denominata Dark Horse è un mix di emozioni contrastanti, che spaziano dall’ammirazione per il design alla delusione per una presunta perdita dell’identità americana di questa iconica muscle car.
Un debole per la muscle car americana
Clarkson non ha mai nascosto il suo amore per la Mustang, un simbolo dell’automobilismo statunitense che ha debuttato nel 1964 e ha raggiunto il traguardo di un milione di unità vendute in soli due anni. Tuttavia, l’analisi del giornalista non risparmia critiche, soprattutto nei confronti di alcune scelte progettuali che sembrano piegarsi alle esigenze normative e di mercato, sacrificando parte dell’anima autentica del modello.
Nel suo articolo pubblicato sul Times, Clarkson ha sottolineato come il suo legame con la Mustang sia sempre stato radicato in un’aspettativa di autenticità e carattere. Questo spiega il suo disappunto verso la versione elettrificata del 2021, definita “un’idea idiota” e criticata per il rischio di trasformare un’auto leggendaria in qualcosa di simile a un elettrodomestico. “Se vuoi una Mustang, non vuoi che sembri un elettrodomestico o una Hyundai,” aveva dichiarato in quell’occasione.
La Dark Horse, con il suo potente motore V8 e la trazione posteriore, sembra invece rappresentare un ritorno alle origini per certi aspetti. Clarkson l’ha definita “la Mustang più infantile e irresponsabile di sempre,” riferendosi a funzionalità come il blocco dei freni anteriori per consentire spettacolari burnout e il freno a mano tradizionale, una rarità nel panorama automobilistico odierno. Questi dettagli, uniti a un’estetica accattivante, hanno riacceso il desiderio del giornalista di possedere questa macchina, nonostante le sue perplessità.
Non mancano le perplessità
Non mancano, però, le note dolenti. Clarkson ha criticato la presenza di continui avvisi di sicurezza e le impostazioni eccessivamente complesse per l’illuminazione e lo scarico. Questi elementi, uniti a un comportamento su strada sorprendentemente docile, lo hanno portato a chiedersi: “Chi compra una Mustang per la pace e la tranquillità?”. Una domanda che evidenzia il contrasto tra l’immagine di auto potente e selvaggia e l’esperienza di guida reale.
Secondo Clarkson, il problema principale risiede nel fatto che la Mustang sembra trattenuta, quasi come se procedesse “con il freno a mano tirato.” Questo limite, a suo avviso, deriva dall’adeguamento alle normative attuali, che impongono compromessi a discapito dell’identità originale dell’auto. Il paragone con una Fiat costruita in Francia con motore tedesco, che mantiene comunque la sua essenza italiana, è emblematico: mentre la Fiat riesce a conservare il suo carattere, la Mustang sembra aver perso parte della sua anima americana.
In conclusione, la recensione auto di Clarkson sulla Ford Mustang Dark Horse rappresenta un interessante spunto di riflessione sull’evoluzione delle muscle car e sul delicato equilibrio tra tradizione e innovazione. Sebbene il modello abbia saputo conquistare il cuore del giornalista con il suo design e alcune caratteristiche uniche, rimane il dubbio che l’essenza della Mustang sia stata in parte sacrificata per adattarsi alle esigenze del mercato moderno.