Kalashnikov: dalle armi alle auto elettriche
Kalashnikov ha in serbo due progetti per la mobilità elettrica, con un veicolo a tre ruote e un altro a quattro ruote. Interessa anche in Europa.
Kalashnikov è un nome che alle nostre latitudini non fa pensare istantaneamente ad un veicolo, ma piuttosto all’arma semiautomatica più famosa del mondo. Da un po’ di tempo, però, questo nome è entrato anche nel mondo delle due e delle quattro ruote, grazie alle sue proposte per una mobilità elettrica intelligente ed ecologica. L’azienda russa, a partire dal 2018, ha iniziato a cimentarsi nel mondo dell’automotive e attualmente ci sono in ballo due progetti, che passano dall’avvio delle pratiche per l’omologazione. Di questi progetti non c’è ancora nessuna indicazione su data e strategie commerciali.
I modelli del domani
La società russa ha intenzione di lanciare prossimamente due distinti modelli a propulsione elettrica, che saranno – probabilmente – chiamati Izh UV-3 ed Izh UV-4. Il progetto è di tipo modulare e prevede delle versioni a tre e quattro ruote, con piccoli parafanghi separati dalla carrozzeria di metallo e plastica, fiancate aperte o dotate di portiere semplificate. La somiglianza – anche piuttosto evidente – è con la celebre Renault Twizy, che aveva anticipato i tempi alcuni anni fa. Le vetture hanno delle dimensioni compatte (3,4 metri di lunghezza per la quattro ruote) e sarebbero ideali per destreggiarsi nel traffico cittadino, per esaltarsi nella mobilità delle grandi città.
Nel 2019, ormai due anni fa, in Russia erano stati presentati alcuni prototipi della versione quadriciclo, equipaggiati con un powertrain da 68 CV e in grado di avere un’autonomia di 150 km, tuttavia i dati definitivi dei nuovi progetti non sono ancora stati confermati, come abbiamo già specificato. Con un peso totale di 650 kg, la vettura rientrerebbe nella categoria dei quadricicli pesanti e si ritaglierebbe un’importante spazio in quello che è un settore in crescita. La Kalashnikov potrebbe proporre il veicolo anche al di fuori dei confini nazionali, infatti l’interesse nei confronti di questi veicoli non è circoscritto soltanto al territorio della madre patria.