Le multe più insolite d'Italia: non vanno sottovalutate
Dalle multe per il clacson al divieto di guidare senza maglietta, scopri le regole stradali più insolite e i rischi legali legati all'assegno unico
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Le strade italiane si trasformano spesso in un curioso teatro di infrazioni dal sapore tragicomico, dove tra multe strane e regolamenti poco conosciuti, gli automobilisti possono incappare in sanzioni che arrivano fino a 500 euro. Non mancano, inoltre, conseguenze legali legate all’uso improprio dell’assegno familiare, che possono portare fino a cinque anni di reclusione.
Clacson e lavaggio in strada
Tra le infrazioni più singolari troviamo la clacson multa: suonare il clacson senza una reale emergenza può costare fino a 168 euro. La normativa è chiara: questo dispositivo va utilizzato esclusivamente in caso di pericolo immediato, non per sfogare l’impazienza nel traffico.
Un’altra violazione sorprendente riguarda il lavaggio auto in strada. Quella che sembra un’operazione innocua può trasformarsi in una sanzione che varia da 105 a 422 euro. La motivazione? L’acqua con detergenti può causare danni ambientali se finisce nelle fognature pubbliche.
Occhio a queste sanzioni
Non meno curioso è il rischio di multe per chi canta a squarciagola mentre guida. Sebbene non esista una tariffa fissa, chi disturba la quiete pubblica con la propria voce può essere sanzionato per schiamazzi, con importi variabili a seconda dei regolamenti comunali.
Un’altra infrazione poco conosciuta è la guida a torso nudo. In città come Firenze e Napoli, specifiche ordinanze vietano di circolare senza maglietta, con multe che possono arrivare fino a 500 euro, spesso cogliendo impreparati i turisti estivi.
Infine, sul fronte legale, il assegno unico universale, destinato alle famiglie con figli fino ai 21 anni (o senza limiti d’età per figli con disabilità), richiede un utilizzo rigorosamente legato al benessere dei minori. In caso di separazione o divorzio, l’uso improprio di questi fondi può portare all’accusa di appropriazione indebita.
La Cassazione, con la sentenza n. 24140 del 2023, ha ribadito che tale comportamento costituisce reato. Le conseguenze sono severe: reclusione da due a cinque anni e sanzioni pecuniarie da 1.000 a 3.000 euro. Essendo un’integrazione alimentare, l’assegno deve essere destinato esclusivamente al sostentamento dei figli, non a scopi personali. Per i genitori separati, è quindi essenziale gestire con trasparenza e responsabilità questo supporto economico, evitando che un beneficio familiare si trasformi in un problema giudiziario.
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