Legge di Bilancio 2022: l’auto elettrica resta un rebus
La “manovra finanziaria” in fase di esame assegna 32 miliardi di euro per potenziamento e modernizzazione dell’intero comparto mobilità: resta da vedere quanto, all’atto pratico, sarà destinato ad auto elettriche e ibride plug-in.
La manovra finanziaria 2022, in fase di discussione in Parlamento, stanzia un monte-investimenti da 32 miliardi di euro destinati ad una sostanziale riqualificazione delle infrastrutture verso il tanto auspicato sviluppo sostenibile del sistema-Paese. Un “capitolo” fondamentale, tanto più che sale agli onori dell’opinione pubblica proprio nei giorni in cui a Glasgow iniziano i lavori del summit Cop26 sul clima.
Una delle questioni che saltano all’occhio è l’assenza di qualsiasi indicazione relativa ai sospiratissimi nuovi – e strumentali – incentivi per l’acquisto di autovetture a basse (o del tutto assenti) emissioni di CO2 allo scarico, ovvero le auto elettriche e ibride plug-in per le quali è recentissima la notizia di una piccola “iniezione” di Ecobonus (un totale di 65 milioni di euro) andati esauriti in trenta ore. Ma andiamo con ordine.
Queste le cifre principali
Dal plafond di 32 miliardi di euro, ed in accordo con quanto stabilito dal Pnrr-Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza su un principio che permetterebbe di andare oltre con la timeline (vale a dire fino al 2030, grazie ai fondi europei del Next Generation), ecco la suddivisione degli investimenti nei programmi di attuazione di nuove politiche sostenibili:
- 16 miliardi verrebbero utilizzati per il potenziamento del trasporto ferroviario;
- 9 miliardi vanno ad interventi di potenziamento delle infrastrutture stradali;
- 7 miliardi sono stanziati per programmi di mobilità sostenibile (di cui 1,3 miliardi di euro spalmati nei prossimi cinque anni andranno a beneficio del trasporto pubblico locale,
- 3,7 miliardi vengono previsti per investimenti relativi all’ampliamento delle reti metropolitane di Milano, Torino, Genova, Roma e Napoli, 1 miliardo sarà destinato a completamenti di progetti di trasporto pubblico rapido);
- 5 miliardi di euro vengono assegnati a migliorie sulla linea ferroviaria Adriatica (soprattutto in chiave di tempi ridotti di percorrenza ed aumento delle capacità di trasporto delle merci);
- 2,1 miliardi di euro per interventi di manutenzione straordinaria sulle reti rubane regionali, provinciali e delle città metropolitane;
- 200 milioni di euro per il potenziamento del corridoio tirrenico;
- ulteriori 200 milioni di euro per l’autostrada “Cispadana” (Emilia Romagna);
- 2 miliardi di euro sono destinati alla creazione di un fondo nazionale di recepimento del programma europeo “Fit for 55” rivolto alla riduzione delle emissioni di gas serra del 55% almeno, entro il 2030 in rapporto ai quantitativi 1990.
7 miliardi per la mobilità sostenibile
Resta sul tavolo, perché non ancora definito nei dettagli, l’immediato futuro del comparto automotive. Al momento, come si accennava in apertura, non c’è alcun riferimento in merito ad eventuali aiuti per l’acquisto di autoveicoli “green” e nemmeno al potenziamento delle reti di ricarica (leggi: la realizzazione di “hub” ultraveloci). Ci si limita ad indicare 7 miliardi per la mobilità sostenibile: un’indicazione che non dice molto, poiché con “Mobilità sostenibile” si può intendere che essa comprenda anche, ma non solamente questo, il via libera ad incentivi strutturali per il definitivo “lancio” della e-mobility.
Forse qualcosa si muove?
Una questione più che mai aperta, proprio in relazione alla necessità di realizzare programmi a medio-lungo termine in materia di auto elettriche, che seppure in notevole crescita (i dati di mercato lo evidenziano molto bene) rimane del tutto marginale, per incidenza sul totale delle nuove immatricolazioni. Allo stato attuale, l’unico provvedimento che potrebbe andare a beneficio della e-mobility è quello che, nell’art. 128 della bozza di nuova legge di Bilancio 2022, istituisce il “Fondo Italiano per il Clima”, la cui gestione è da parte di Cassa Depositi e Prestiti in ragione di un accordo da stipulare con il Ministero della Transizione Ecologica. Il fondo, creato alla Cassa Depositi e Prestiti, prevede 840 milioni di euro all’anno, secondo un meccanismo rotativo (ovvero: quando si azzera viene subito rimpinguato) e per il quadriennio 2022-2026.
L’obiettivo, come indicato nella bozza di “manovra finanziaria 2022”, consiste nel “Finanziamento di interventi a favore di soggetti pubblici e privati, volti a contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti nell’ambito degli accordi internazionali sul clima e di tutela ambientale ai quali l’Italia ha aderito”.
Occorrerebbe vedere quanto in effetti sia destinato all’auto elettrica (e ci mettiamo anche le ibride plug-in): e questo si saprà soltanto più avanti.