Mantenere l’auto costa agli italiani il 20% del reddito
Un’analisi Assoutenti rivela che ogni automobilista in Italia spende in media ben 3.361 euro per la gestione della propria vettura: e da novembre sarà da mettere in conto anche il rincaro delle revisioni; siamo le solite vacche da mungere?
Non bastava la mazzata degli aumenti dei carburanti e delle utenze. Ad infierire sul bilancio domestico dei consumatori (i quali, non smetteremo mai di sottolinearlo seppure questo è chiaro, sono le decine di milioni di contribuenti privati, professionisti, aziende e imprese che pagano regolarmente le tasse e quindi mantengono l’amministrazione pubblica), sono da mettere in conto tutte le spese connesse alla gestione del veicolo, per le quali a causa delle difficoltà logistiche di questi ultimi mesi potrebbe arrivare un ulteriore rincaro.
Cifre pesantissime
Ad avere fatto i conti in tasca agli italiani che possiedono almeno un autoveicolo è Assoutenti. In una propria indagine sul campo, l’Associazione di difesa dei consumatori guidata da Furio Truzzi indica senza mezzi termini che le spese medie annue di mantenimento di un’automobile ammontano in Italia ad oltre 3.300 euro. Per la precisione: 3.361 euro (anche l’ultima unità ha il suo peso, se moltiplicata per i 40 milioni di autoveicoli che circolano nel nostro Paese).
Una cifra decisamente elevata, in rapporto all’attuale drammatico contesto socioeconomico: i rincari delle materie prime, dei combustibili e delle utenze comportano maggiori spese di trasporto e logistica; il che si traduce in un aumento dei prezzi al consumo, come purtroppo è già stato possibile osservare.
Truzzi: “Più di 2.000 euro in carburante”
Il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, osserva come la “voce” che più si ripercuote sui conti delle famiglie sia proprio quella relativa ai carburanti:
“Per la gestione di un’auto di proprietà, un automobilista spende in media 3.361 euro all’anno. La voce che assorbe più in fretta la fetta più consistente di spesa è senza dubbio quella relativa ai carburanti, per i quali se ne vanno oltre 2.000 euro all’anno. Se per l’Rc Auto le tariffe appaiono in calo, con un esborso pari in media a 360 euro annui (secondo i più recenti dati IVASS), lo stesso non si può dire per accessori e riparazioni che, specie dopo il Covid, hanno registrato una sensibile crescita dei listini. E così, oggi la manutenzione ordinaria di un’auto ed i lavori di riparazione raggiungono un costo medio di 390 euro annui ad autovettura, cui vanno aggiunti 250 euro per olio, gomme e pezzi di ricambio. Per pedaggi e parchimetri si spendono in media 110 euro all’anno, mentre bollo e revisione incidono per circa 240 euro”.
Ecco le spese per l’auto, voce per voce
A conti fatti, il possesso e l’utilizzo di un’automobile assorbono in Italia circa il 18,7% del reddito medio, e rappresentano l’11% della spesa annua dei singoli nuclei familiari.
Di seguito, il dettaglio delle spese medie annue per l’automobile elaborato da Assoutenti.
- Carburanti: 2.011 euro;
- Manutenzione ordinaria e interventi di riparazione: 390 euro;
- Rc Auto: 360 euro;
- Lubrificanti e ricambi: 250 euro;
- Tassa di proprietà e revisione periodica: 240 euro;
- Pedaggi e parchimetri: 110 euro.
Siamo fra i più “cari” d’Europa
Un “carico” di spese, nei confronti del contribuente, che pone l’Italia al terzo posto in Europa per le tasse più elevate sulle automobili (il nostro Paese è in questo senso preceduto solamente da Italia e Francia).
Ed è da considerare, a proposito dei “cugini d’oltralpe”, il recentissimo annuncio del premier francese Jean Castex, su un aiuto di 100 euro da parte del Governo, a beneficio delle “classi medie” per fronteggiare il caro-carburanti che in Francia sta raggiungendo livelli da (triste) record (le ultime rilevazioni in ordine di tempo indicano 1,56 euro al litro in media per il gasolio e 1,62 euro per la benzina: importi pur sempre inferiori rispetto a quelli che dobbiamo subire in Italia). In più, il braccio destro del presidente Emmanuel Macron ha aggiunto che il prezzo del gas non sarà toccato per tutto il 2022.
E sta per scattare l’aumento del costo di ogni revisione
In Italia, dopo i prezzi stellari che riguardano benzina e gasolio, ma anche GPL e metano per autotrazione (le rilevazioni di Quotidiano Energia aggiornate alle 8 di domenica 24 ottobre che si basano sui dati dell’Osservatorio prezzi dei Carburanti del Ministero dello Sviluppo Economico parlano di 1,747 euro al litro per la benzina in modalità self service ed 1,882 euro al litro per il “servito”; 1,612 euro al litro ed 1,754 euro al litro per il gasolio, rispettivamente self service e servito; da 0,818 euro a 0,843 euro al litro per il GPL e fra 1,588 ed 1,874 euro al kg per il metano), occorrerà poi a brevissimo fare i conti con un ulteriore aggravio di spesa.
Da lunedì 1 novembre, scatterà l’aumento del costo per ogni revisione auto, dagli attuali 45 euro a 54,90 euro. Una “stangatina” del 22% che non farà piacere alle decine di milioni di utenti (di fatto: chiunque possieda un veicolo) che dovranno obbligatoriamente passare attraverso queste altre “Forche caudine”.
Fino a quando l’auto continuerà ad essere considerata come un “bene di lusso”?
L’analisi Assoutenti è di notevole importanza, seppure confermi ancora una volta ciò che da sempre si verifica nel nostro Paese: in buona sostanza, il possesso ed il mantenimento (ovviamente necessario) di un’auto è un salasso. E lo è sempre di più man mano che aumentano i costi di gestione. L’automobile è dunque, da noi, sempre vista come un “lusso necessario” più che un fondamentale strumento di lavoro, di piacere e di libertà. In una parola: di benessere. E l’automobilista (così come l’autotrasportatore) viene considerato più come una vacca da mungere che una risorsa. Non considerando che la filiera automotive incide in Italia per il 20% del PIL nazionale.
Ma questo conta evidentemente poco agli occhi del fisco: l’importante è incassare ogni anno qualcosa come 75 miliardi di euro fra accise sui carburanti, IVA, tassa di proprietà ed emolumenti vari, tasse sulla vendita e quant’altro. Senza ricevere un granché in cambio. All’orizzonte c’è la (giustissima) transizione ecologica. La questione è che sarebbe bene arrivarci vivi.