Maserati e Alfa Romeo, la strategia per essere competitivi coi dazi

Stellantis collabora con McKinsey per affrontare i dazi USA e rilanciare Maserati e Alfa Romeo. Focus su strategie globali e sostenibilità

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 10 apr 2025
Maserati e Alfa Romeo, la strategia per essere competitivi coi dazi

Stellantis si affida a McKinsey per delineare una strategia di rilancio dei suoi prestigiosi marchi di lusso, Maserati e Alfa Romeo, messi a dura prova dalle recenti sfide del mercato globale. L’impatto dei nuovi dazi USA, che possono raggiungere il 25%, rappresenta una minaccia concreta per la competitività di questi brand, spingendo il gruppo automobilistico a valutare una serie di opzioni, tra cui riorganizzazioni produttive, partnership strategiche e persino un possibile spin-off.

Il colosso nato dalla fusione tra Fiat Chrysler e PSA si trova di fronte a un bivio cruciale per il futuro dei suoi marchi premium. La consulenza strategica fornita da McKinsey si concentra principalmente sulla protezione delle vendite negli Stati Uniti, un mercato che costituisce fino al 40% del fatturato di Maserati, oggi gravemente compromesso dalle barriere commerciali imposte dall’amministrazione americana.

John Elkann, CEO di Stellantis, ha espresso una chiara determinazione a preservare l’identità italiana di questi brand, escludendo per ora la possibilità di cessioni a investitori stranieri, in particolare cinesi. Questa decisione sottolinea l’importanza di mantenere l’heritage e il prestigio di Maserati e Alfa Romeo, elementi distintivi che contribuiscono al loro posizionamento nel mercato globale.

Strategie per affrontare un mercato ostile

Tra le opzioni in discussione, emerge la possibilità di riconfigurare la produzione auto, riportandola in Italia per ridurre l’impatto dei dazi USA. Questa mossa non solo consentirebbe di contenere i costi legati alle nuove tariffe, ma potrebbe anche rafforzare i rapporti con il governo italiano e le rappresentanze sindacali, consolidando il legame tra i marchi e il territorio d’origine.

La situazione è particolarmente critica per Maserati, che nel 2024 ha registrato una perdita operativa di 260 milioni di euro, con volumi di vendita dimezzati rispetto all’anno precedente. Per affrontare questa crisi, il piano di rilancio prevede una maggiore personalizzazione dei veicoli e un focus su una clientela esclusiva, cercando di recuperare il terreno perso nel segmento dei marchi di lusso.

Rilocalizzazione e innovazione

La mancanza di stabilimenti produttivi al di fuori dell’Europa rappresenta un ostacolo significativo per entrambi i marchi nell’attuale contesto commerciale. La rilocalizzazione di parte della produzione in Italia potrebbe rappresentare una soluzione efficace per mitigare l’impatto dei dazi USA, mantenendo al contempo l’autenticità dei brand. Parallelamente, Alfa Romeo punta a un futuro più sostenibile, investendo nell’elettrificazione della gamma e sfruttando la piattaforma STLA Large, sviluppata da Stellantis per i modelli premium.

Questa transizione verso una mobilità più ecologica è in linea con le tendenze del mercato, che vede una crescente domanda di veicoli elettrici e sostenibili. Tuttavia, la sfida rimane quella di mantenere l’equilibrio tra innovazione tecnologica e il mantenimento delle caratteristiche distintive che rendono Alfa Romeo un marchio iconico.

Un gruppo in difficoltà

La ristrutturazione di Maserati e Alfa Romeo avviene in un momento particolarmente delicato per Stellantis, che ha visto il valore delle proprie azioni crollare di oltre il 60% nell’ultimo anno. La gestione di un portafoglio di 14 marchi si è rivelata più complessa del previsto, mettendo a dura prova la capacità del gruppo di raggiungere gli obiettivi iniziali della fusione.

Con il supporto di McKinsey, Stellantis cerca di tracciare una rotta sicura per i suoi marchi di lusso, bilanciando l’esigenza di redditività con la tutela dell’heritage e del prestigio che caratterizzano Maserati e Alfa Romeo nel panorama automobilistico mondiale. Il successo di questa strategia sarà cruciale non solo per il futuro di questi brand, ma anche per la solidità complessiva del gruppo automobilistico.

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