Mercato auto Italia, la crisi continua: -19,7% a gennaio 2022
Con l’inizio del nuovo anno prosegue la tendenza negativa che fa segnare a gennaio un calo delle immatricolazioni del 19,7%, pari 26.000 unità in meno.
Il 2022 non inizia bene per il mercato auto italiano che conferma la tendenza negativa del 2021 a causa di un crollo delle immatricolazioni nel mese di gennaio 2022 pari al 19,7% che si traduce in oltre 26.000 veicoli in meno rispetto al medesimo mese del 2021, fermandosi ad un totale di 107.814 unità secondo i dati diffusi dalla Unrae.
I motivi della crisi
Sulle vendite continuano a pesare la pandemia e la cosiddetta crisi dei chip, con quest’ultima che ha aumentato i tempi di consegna delle auto nuove in maniera esponenziale e di conseguenza ha fatto lievitare di molto il prezzo dell’usato. Bisogna inoltre sottolineare che gennaio 2021 ha avuto un giorno lavorativo in meno, ma ha goduto degli incentivi statali. L’Italia risulta inoltre essere fanalino di coda in Europa per le politiche di incentivi green sulla mobilità; il presidente dell’UNRAE Michele Crisci sottolinea che “è urgente portare avanti i progetti del Ministero dello sviluppo economico a sostegno dell’acquisto di veicoli a basse emissioni, per non bloccare il processo di elettrificazione nel nostro Paese. E, infine, allineare la fiscalità italiana dei veicoli aziendali a quella dei principali major market europei per rendere competitive le imprese italiane”.
Un calo generale
Per quanto riguarda la tipologia degli utilizzatori, segnaliamo un calo dei privati del 20%, pari a un 66,7% per una quota 72.700 unità. Scendono anche le autoimmatricolazioni dei concessionari, pari a un – 27% che si traduce in una quota di mercato del 10,5%. Anche il noleggio a lungo termine non se la passa bene a causa di un calo del 16,7%, pari a un 15,6% del totale e 17.000 unità. Cresce il noleggio a breve termine, ma il suo totale pesa solo l’1,7%.
Crescono le Mild hybrid
In questo quadro generale, continuano a scendere le immatricolazioni di benzina e diesel, che perdono rispettivamente il 27,2% (29.659 vetture) e i l19% (20.734). Salgono del 3% le vetture Gpl, arrivando così ad una quota del 9,2%, mentre quelle a metano non vanno oltre l’1,3%. Al primo posto troviamo invece le auto ibride, con una quota del 34,9%: le “full hybrid” sono però solo il 10%, mentre le “mild hybrid” guidano l’ascesa con un consistente 24,9%. Il calo ha riguardato anche le auto 100% elettriche e le ibride plug-in: la mancanza di incentivi si è fatta sentire pesantemente fermando le prime al 3,4% e le seconde al 5% di quota, registrando così un -5% rispetto al mese scorso. La mild hybrid più venduta risulta la Fiat Panda, mentre l’elettrica pura più gettonata è la Dacia Springs, con 656 unità, piazzandosi così davanti la Fiat Nuova 500 elettrica (548 vetture). Tra le ibride plug-in più vendute troviamo la Jeep Compass (1.116) e la Renegade (527).
Stellantis mantiene il primo posto
Passando ai Gruppi automobilistici, al primo posto troviamo Stellantis, con 38.698 immatricolazioni (-26,68%), seguito dal Gruppo Volkswagen con 14.045 auto (-33,57%), mentre il Gruppo Renault, con 12.497 vetture, cresce del 5,32%. In questo scenario spicca la performance di DR che a gennaio ha distribuito 1.458 vetture, pari ad un +295,12%. Analizzando i singoli marchi di Stellantis, spicca la forte crisi dell’Alfa Romeo, che ha gennaio ha venduto solo 696 auto (-25,64%), Citroën si ferma a 3.460 immatricolazioni (-51,45%) e Fiat a 16.024 unità (-20,81%).