Mike Robinson: un designer di auto innovativo
Dalla California all’Italia per amore delle auto e per disegnare: questa puntata del podcast di Autoblog è dedicato al designer Mike Robinson.
Mike Robinson è uno dei designer più creativi della storia dell’auto. Recentemente ha prestato il suo talento anche al mondo del giornalismo. Ma nel suo curriculum ci sono nomi di grande prestigio.
Mike Robinson: dalla California per disegnare auto in Italia
La carriera di Mike Robinson parte con lo studio dell’architettura nella terra natale, la California, prima di approdare in Italia nel 1979, quando inizia a prestare il su estro ad atelier minori. Fino al 1986, quando viene notato da Chris Bangle, che lo vuole con sé in Fiat. Si devono a Robinson l’accoppiata Bravo e Brava. Dieci anni più tardi Mike, che di strada ne ha fatta, diventa capo del design di Lancia, dove realizza la Ypsilon, ma nella sua storia non manca nulla, persino la Thesis limousine a passo lungo che divenne la vettura personale di Giovanni Paolo II.
Conquista anche la Fiat e poi diventa capo di Bertone
La storia di Mike Robinson lo vede protagonista di un avanzamento di carriera quando approda alla direzione del design Fiat nel 2001. L’idillio dura fino al 2005, poi passa a gestire le operazioni nell’atelier di Bertone. Nel frattempo, presta il suo talento alla carta stampata, ed analizza, su una delle riviste più importanti del settore, le vetture che approdano sul mercato. Un doppio ruolo potenzialmente rischioso che Robinson riesce a gestire alla sua maniera, con talento e riflessioni originali. Quando fallisce Bertone, nel 2013, fonda l’ED Design e diventa è protagonista nel suo atelier, dopo un percorso che l’ha portato a sperimentare diverse realtà automobilistiche.
L’elogio dell’auto commerciale
Nel corso dei suoi interventi durante le interviste, Mike Robinson ha spiegato come il mestiere del design sia diventato sempre più difficile, per via dei paletti imposti dalle procedure di omologazione. Inoltre, ha esaltato l’operato di coloro chiamati a disegnare vetture commerciali, quelle che circolano tutti i giorni nelle nostre città, perché hanno meno budget e libertà inferiori rispetto a chi può lavorare in dei brand altisonanti. Non ha mancato di analizzare le sinergie, spesso portatrici di esperimenti poco riusciti, ma a volte capaci di realizzare prodotti originali.