Multa falsa per parcheggiare in divieto di sosta: smascherato
Singolare episodio accaduto a Forlì: un automobilista si era riprodotto da se un foglietto di contravvenzione per poter lasciare la propria vettura ovunque.
Non ha avuto neanche l’”accortezza” di mettere giù meglio il proprio piano per gabbare le “divise”: ed incastrarlo è stato un gioco da ragazzi. È una vicenda che potrebbe benissimo essere raccontata da uno spiritoso scrittore umorista, quella accaduta a Forlì, ed invece è tutto vero.
Si tratta, come si apprende da un “lancio” Ansa e da una news pubblicata dal Corriere di Romagna, del caso di una multa farlocca per divieto di sosta da utilizzare con il diabolico obiettivo di gabbare il pubblico ufficiale e parcheggiare come meglio gli sembrasse. Senza curarsi (tanto i “foglietti” son tutti uguali, all’apparenza: visto uno, visti tutti) se il verbale di contravvenzione fosse più o meno riconoscibile. Anzi: a quanto pare, sicuro del fatto che non sarebbe stato beccato.
Per non pagare i 41 euro…
Il “geniale” proposito messo in atto con astuzia viperina, aveva appunto lo scopo di poter parcheggiare indisturbato… e, multa alla mano, dimostrare ai vigili in transito (ed a chiunque passasse davanti alla vettura) che chi di dovere aveva espletato correttamente il proprio compito, che è quello di elevare contravvenzione per avere violato l’articolo 158 del Codice della Strada (divieto di sosta), ed evitarsi così la scocciatura di dovere sborsare i 42 euro (importo minimo) di sanzione. Cifra che, come chiunque sia munito di patente di guida sa, se si paga entro cinque giorni viene ridotta a 29,40 euro.
Come se ne sono accorti
Il “solito ignoto” si era creato una multa-facsimile, già compilata con i dati del proprio veicolo, da ficcare all’occorrenza sotto il tergicristallo della sua vettura. Una vera e propria riproduzione, cioè, bella e pronta all’uso.
Ma, come sempre succede, gli è andata male. Le fonti di stampa riferiscono che una pattuglia di Polizia municipale di Forlì, intervenuta nei giorni scorsi in via Cairoli dopo la segnalazione di auto in divieto di sosta, si è accorta – una volta giunta sul posto – che la vettura aveva già, bloccato dal tergicristallo, l’accertamento di infrazione. Un fatto strano, in effetti. Insospettiti, gli agenti hanno preso in mano il foglietto e si sono accorti che la data era, sì, quella dello stesso giorno, tuttavia la compilazione era a matita. Com’è possibile che un verbale sia scritto a matita e non a penna?
Rischia ulteriori guai
E però, la data era esatta, così come l’agente accertatore che aveva firmato risultata in servizio. Logico, quindi, procedere ad una breve indagine: è bastato un confronto con l’Ufficio contravvenzioni del Comando di Polizia municipale per avere la soluzione del caso. Si trattava di un falso bello e buono, costruito su una multa elevata in un altro giorno. Per il proprietario della vettura sono state dunque inevitabili una nuova contravvenzione e la rimozione dell’auto dal luogo nel quale in effetti non avrebbe dovuto parcheggiare. Oltre, naturalmente, a trattenere la multa fasulla per ulteriori accertamenti.