Nuovo decreto Covid, le regole su riaperture e spostamenti dal 26 aprile
Ecco le nuove disposizioni decise dal Consiglio dei Ministri da lunedì 26 aprile e fino al 15 giugno: l’emergenza sanitaria terminerà il 31 luglio.
Coprifuoco confermato dalle 22, e almeno fino al 15 giugno; arrivano le “certificazioni verdi Covid-19” con possibilità, per chi ne sia munito, di muoversi anche fra territori regionali e provincie autonome in zona arancione o rossa; sarà consentito spostarsi fra regioni diverse in zona bianca e in zona gialla e ci si può recare, in zona gialla, verso un’abitazione privata (come sempre fra le 5 e le 22 ed una volta al giorno) in quattro persone più figli fino a 14 anni e persone con disabilità o non autosufficienti conviventi. La stessa possibilità per le regioni in zona arancione (ma soltanto all’interno del proprio Comune di residenza o domicilio). Bar e ristoranti, in zona gialla, possono effettuare attività di consumazione al tavolo soltanto all’aperto e nel rispetto dei limiti di orario sugli spostamenti. Novità su scuole, spettacoli aperti al pubblico e sulle attività sportive di squadra, le piscine e le palestre. Ecco, in estrema sintesi, quanto dispone il nuovo decreto legge n. 52 del 22 aprile 2021, approvato mercoledì 21 aprile su proposta del presidente del Consiglio Mario Draghi e del ministro della Salute Roberto Speranza.
È in Gazzetta Ufficiale
Il testo, pubblicato in Gazzetta Ufficiale giovedì 22 aprile, fissa le nuove condizioni di progressiva riapertura di gran parte delle attività dopo una lunga e drammatica fase di chiusura, pur mantenendo lo stato di emergenza fino al 31 luglio 2021. Più che un “liberi tutti”, si tratta di una serie di misure volte a determinare, piano piano, il ritorno ad una “normalità” per l’intero Paese che tutti da tempo auspicano.
I nuovi colori delle regioni
La consueta mappatura dei parametri sull’indice di trasmissibilità del virus effettuata dalla cabina di regia e resa nota nella serata di venerdì 23 aprile, indica che l’Rt è in leggero calo (0,81 la media nazionale in una forbice compresa fra 0,77 e 0,89): valore che consente una prima ripartenza, come vedremo, sempre tenendo sotto controllo l’evoluzione dell’emergenza anche in relazione alle varianti del virus dal maggiore rischio di contagio. La raccomandazione del resto espressa da Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, è di agire con prudenza ed in maniera graduale. E determina la riapertura di molte attività in 15 fra regioni e province autonome in zona gialla, con solamente la Sardegna che resta in zona rossa (che a quanto pare paga l’atteggiamento forse un po’ “spregiudicato” con cui sono state affrontate le due recenti settimane in “zona bianca”). Valle D’Aosta e Puglia sono “promosse” dalla zona rossa alla zona arancione e si aggiungono a Basilicata, Calabria e Sicilia.
Di seguito l’elenco per colori delle regioni e province autonome da lunedì 26 aprile 2021.
Zona gialla
- Piemonte;
- Lombardia;
- Veneto;
- Friuli-Venezia Giulia;
- Provincia autonoma di Trento;
- Provincia autonoma di Bolzano;
- Liguria;
- Emilia Romagna;
- Toscana;
- Marche;
- Umbria;
- Lazio;
- Abruzzo;
- Molise;
- Campania.
Zona arancione
- Valle D’Aosta;
- Puglia;
- Basilicata;
- Calabria;
- Sicilia.
Zona rossa
- Sardegna.
Coprifuoco: fino a quando?
In base all’indicazione sugli spostamenti nella quale si dà la possibilità, fino al 15 giugno 2021, di raggiungere parenti e amici – sempre una volta al giorno dalle 5 alle 22 e in quattro persone anziché due come in precedenza, più figli minori e persone disabili o non autosufficienti conviventi – nelle regioni in zona gialla e arancione (in quest’ultimo caso soltanto all’interno dello stesso Comune), si evince che il coprifuoco dalle 22 alle 5 del giorno successivo resta appunto in vigore fino al prossimo 15 giugno. Si dovrà quindi essere sempre muniti di autocertificazione nel caso in cui si debba uscire di casa dopo le 22 per i ben noti motivi di salute, lavoro, emergenza o necessità; allo stesso modo, il rientro presso la propria abitazione sarà sempre permesso.
Dove e come spostarsi
Di fatto, da lunedì 26 aprile decadono diverse limitazioni agli spostamenti delle persone. Le nuove regole dànno “via libera” anche fra regioni diverse ed a prescindere dal rispettivo “colore”. Fra regioni e province autonome in zona gialla, sarà possibile muoversi liberamente (mantenendo – e questa è una costante raccomandazione – le misure di autoprotezione dai contagi: quindi, mascherina anche all’aperto e distanziamenti). Niente spostamenti verso le abitazioni private in zona rossa. E debutta il “green pass”.
“Certificazione verde”: cos’è
Secondo le indicazioni contenute nel nuovo decreto legge, c’è l’introduzione della “certificazione verde Covid-19”, attraverso il quale sarà possibile muoversi anche verso regioni e province autonome in zona arancione ed in zona rossa. Si tratta, in buona sostanza, di un lasciapassare – rilasciato dalle strutture o Asl presso le quali si sono ricevute le due dosi di vaccino – che comprova l’avvenuta vaccinazione, oppure la guarigione o ancora l’aver effettuato un test molecolare o antigenico rapido il cui risultato sia negativo. La differenza consiste nel fatto che il certificato di vaccinazione e di guarigione dal virus hanno 6 mesi di validità, mentre quello che riguarda il test rapido negativo vale per 48 ore. Da giugno sarà la volta di un certificato europeo in formato cartaceo oppure digitale.
Rebus centri commerciali
Innanzitutto una considerazione: sebbene le bozze che precedevano la definitiva stesura del nuovo dl indicassero un’ipotesi di riapertura da metà maggio dei centri commerciali durante i fine settimana, il testo definitivo in Gazzetta Ufficiale non ne fa alcuna menzione. Da qui, andando per esclusione, si capisce che al sabato ed alla domenica così come nei giorni festivi e prefestivi, le attività non alimentari collocate nei centri commerciali rimangono chiuse.
Bar e ristoranti
Se le attività che riguardano il comparto automotive (concessionarie, autosaloni, officine, carrozzerie, elettrauto, gommisti, ricambi) confermano l’apertura già in vigore anche nelle regioni in zona rossa, ci sono alcune novità che riguardano la ristorazione. Nello specifico, da lunedì 26 aprile ed in zona gialla i ristoranti possono tornare ad aprire anche a cena, tuttavia esclusivamente all’aperto e con un massimo di quattro persone sedute allo stesso tavolo (eccezion fatta per i conviventi), con un metro di distanza. La stessa regola varrà, dal 1 giugno, anche al chiuso dalle 5 alle 18. I bar mantengono l’asporto di cibo e bevande fino alle 18 (per ristoranti ed enoteche fino alle 22). Resta sempre consentita la consegna a domicilio.
Attività sportive
Nelle regioni in zona gialla, dal 26 aprile si può tornare a svolgere sport di squadra, purché all’aperto e “Nel rispetto delle linee-guida in vigore”. Le piscine all’aperto riapriranno il 15 maggio (sempre in zona gialla), per le palestre occorrerà attendere il 1 giugno. Da quella data torneranno a potere svolgersi manifestazioni ed eventi agonistici “Riconosciuti di preminente interesse nazionale con provvedimento del Coni e del Comitato Paralimpico. La capienza consentita è del 25% rispetto a quella massima autorizzata, ed in ogni caso non superiore a 1000 spettatori per gli impianti all’aperto e 500 per quelli al chiuso”. Eventuali deroghe potranno essere autorizzate per “Eventi di particolare rilevanza e tenuto conto delle caratteristiche”. Anche prima di giugno, indica il decreto, sarà possibile “Autorizzare lo svolgimento di eventi di particolare rilevanza”.
Spettacoli
Si dispone, da lunedì 26 aprile e nelle regioni in zona gialla, la riapertura graduale di cinema, teatri, sale concerto, live club, a condizione che i posti a sedere siano pre-assegnati, con almeno un metro di distanza l’uno dall’altro, e che la capienza massima delle sale sia del 50% rispetto a quella massima autorizzata (Palazzo Chigi indica comunque un massimo consentito: 500 spettatori al chiuso, 1.000 all’aperto). Eventuali autorizzazioni che permettano l’affluenza di più spettatori negli spettacoli all’aperto potranno essere disposte a seconda dell’evoluzione dell’emergenza e delle singole caratteristiche dei siti, chiaramente ferme restando le indicazioni del Comitato Tecnico-scientifico e delle linee-guida.
Scuole
Il nuovo decreto riapre le lezioni in presenza, sino alla fine dell’anno scolastico, anche nelle scuole secondarie di secondo grado (le “superiori”), con presenza garantita dal 70% al 100% nelle regioni in zona gialla e arancione e dal 50% al 75% nelle regioni in zona rossa (in questo caso rimane “Sempre garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali”) . Per le Università, nelle regioni in zona rossa ed arancione e dal 26 aprile al 31 luglio (data indicata dal Consiglio dei Ministri per la fine dell’emergenza) viene data priorità allo svolgimento delle attività in presenza, mentre nei territori in zona rossa “Si raccomanda di favorire in particolare la presenza degli studenti del primo anno”.