Pilota perde l’udito dopo anni di motorsport: l’importanza della prevenzione
L’ex pilota di Bentley e Nissan ha accusato forti problemi dopo un test in monoposto al punto di dover abbandonare le competizioni
Il mondo delle corse è affascinante ma, si sa, Motorsport is dangerous, e non solo per eventuali conseguenze a seguito di un incidente, a volte anche non proteggere adeguatamente l’udito può portare a sconvolgere una vita, è quanto è accaduto a Wolfgang Reip, pilota belga che ha appeso il casco al chiodo per una dimenticanza fatale durante un test in monoposto.
Un calvario iniziato nel 2014
Durante uno dei tanti test che un pilota si trova ad affrontare durante la sua carriera, Reip ha commesso l’errore esiziale di non utilizzare i tappi per le orecchie, perché in quel momento non doveva effettuare comunicazioni via radio. Così, tra il rumore della monoposto e quello del vento in un ovale, il suo udito è stato seriamente compromesso.
Non ero consapevole del pericolo a cui andavo incontro, ha dichiarato, e nelle mie orecchie sono entrati più di 115db, forse anche 120db, per via del rumore del vento, dato che la pista era un ovale e aveva una parte molto lunga a tutta velocità. La sera stessa, mentre tornavo in hotel, le mie orecchie ronzavano forte, fischiavano. Non mi era mai successo in vita mia.
Le cose sono migliorate leggermente nei giorni successivi, ma nel giro di 3 settimane si sono presentati i sintomi di iperacusia, tali da non sopportare persino il brusio nei locali affollati, come i ristoranti, figuriamoci il frastuono di un’auto da corsa e le conseguenti comunicazioni radio. Nonostante gli accorgimenti presi però, nel 2017, durante il test con una Norma, scoperta, per la partecipazione alla 24 Ore di Zolder e magari un contratto per altri impegni, si è consumato il dramma sportivo dell’ex pilota di Bentley e Nissan, visto che ha compreso di non poter sopportare lo stress acustico per troppo tempo, e che quest’ultimo avrebbe potuto arrecargli danni ancora più gravi all’udito.
Nelle mie ultime gare dovevo sempre dire agli ingegneri ed ai meccanici di abbassare il volume della radio, che era spesso estremamente alto in modo che fosse chiaramente udibile con i suoni della macchina. Mi stava lacerando le orecchie, loro se lo ricorderanno.
Purtroppo la situazione è peggiorata anche nella vita normale dal 2020
Quello che rende ancora più triste la vicenda in questione è come la vita dello sfortunato protagonista sia continuata a peggiorare anche al di fuori dai circuiti. Infatti, dal 2020 Reip deve stare in silenzio, utilizzare i dispositivi elettronici senza l’audio, evitare feste, e persino la vita di città, per non parlare della musica. In pratica, deve vivere con i tappi nelle orecchie, costantemente, e per parlare deve sussurrare. Così, ha lanciato una raccolta fondi per sostenere la ricerca su queste patologie tremende ma non troppo conosciute. E’ l’ultima ancora di salvezza per una vita normale, visto che i sogni di gloria sportiva ormai ha dovuto richiuderli nel cassetto.
Una vicenda a cui prestare attenzione quando si scende in pista
Il caso di Reip dovrebbe essere un monito per tutti coloro che si approcciano al mondo delle competizioni, anche a livello amatoriale, perché la salute dell’apparato uditivo non deve essere trascurata, a volte basta un semplice paio di tappi per scongiurare conseguenze nefaste.