PNRR: fallimento delle colonnine elettriche in Italia, fondi a rischio

Il piano PNRR per le colonnine elettriche in Italia si scontra con la realtà: realizzate solo 3.800 su 18.000 previste, fondi europei a rischio.

Di Redazione
Pubblicato il 22 gen 2025
PNRR: fallimento delle colonnine elettriche in Italia, fondi a rischio

Dei 640 milioni di euro stanziati dal PNRR per sviluppare una rete di colonnine elettriche in Italia, solo una piccola parte è stata effettivamente assegnata, mettendo a rischio oltre 500 milioni di euro di fondi europei. A fronte dell’ambizioso obiettivo di realizzare 18.000 infrastrutture, si prevede la costruzione di appena 3.800 colonnine, segnalando un evidente fallimento dei bandi pubblici.

Le operazioni per accelerare la transizione energetica

Nel 2023, il Ministero dell’Ambiente aveva destinato una somma significativa per accelerare la transizione verso la mobilità elettrica, puntando su una rete capillare di infrastrutture. Tuttavia, il primo bando ha mostrato criticità evidenti, con requisiti troppo stringenti e una domanda limitata, soprattutto nelle regioni del Sud. Il risultato è stato un’assegnazione minima dei fondi, lasciando l’obiettivo iniziale lontano dall’essere raggiunto.

Nel 2024, il governo ha tentato di correggere la rotta, lanciando due nuovi bandi con condizioni più flessibili. Sebbene questi abbiano ottenuto una risposta migliore, il problema dello squilibrio territoriale persiste. Mentre regioni come Lombardia e Alto Adige hanno registrato un’alta partecipazione, aree come Calabria e Basilicata restano indietro, evidenziando un significativo ritardo nella transizione elettrica in queste zone.

I fondi del PNRR sono a un bivio

Un ulteriore ostacolo riguarda la fase di realizzazione dei progetti approvati. Gli operatori devono non solo costruire le colonnine, ma anche attivarle entro il 2025, come richiesto dal PNRR. I tempi stretti e la necessità di collaborare con la rete elettrica rappresentano sfide rilevanti, aumentando il rischio che molti fondi assegnati possano rimanere inutilizzati.

Con oltre 500 milioni di euro ancora disponibili, il governo si trova ora di fronte a un bivio: lanciare un nuovo bando o destinare le risorse a progetti alternativi. La seconda opzione appare più probabile, considerato il fallimento dei tentativi precedenti. La rimodulazione del PNRR, prevista nelle prossime settimane, sarà cruciale per decidere il futuro di questi fondi e scongiurare il rischio di restituirli a Bruxelles.

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