Porsche, avanza la paura: titolo a picco e profitti ai minimi termini

Porsche prevede un impatto negativo di 800 milioni nel 2025. Margini in calo, ritorno ai motori a combustione e svalutazioni miliardarie

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 9 feb 2025
Porsche, avanza la paura: titolo a picco e profitti ai minimi termini

Porsche sta attraversando una delle crisi più gravi della sua storia recente, con una previsione di perdite di 800 milioni di euro nel 2025 e un calo in borsa del 6,8%. Il gigante tedesco, simbolo dell’eccellenza nel settore delle auto sportive di lusso, ha rivisto drasticamente al ribasso le sue previsioni finanziarie, annunciando margini operativi tra il 10% e il 12%, ben lontani dall’obiettivo originale del 17-19%.

Posizione critica

La casa automobilistica di Stoccarda si trova in una posizione critica, combattuta tra la necessità di innovare con nuovi modelli sia a combustione interna che ibridi plug-in, e una domanda di veicoli elettrici che fatica a crescere nel mercato europeo, mentre la concorrenza cinese diventa sempre più pressante. Per affrontare questa situazione, l’azienda ha deciso di diversificare la propria strategia, puntando su un mix di motorizzazioni tradizionali e ibride, un netto cambio di rotta rispetto alla precedente visione di completa elettrificazione.

Gli analisti esprimono forte preoccupazione. Deutsche Bank descrive questo momento come cruciale per riconquistare la fiducia degli investitori, mentre altre importanti società di analisi finanziaria mettono in dubbio la capacità dell’azienda di mantenere le promesse fatte al mercato.

Porsche, una crisi che avanza

La crisi non risparmia i vertici aziendali, con il CFO Lutz Meschke e il responsabile vendite Detlev von Platen al centro delle critiche. Circolano inoltre indiscrezioni su un possibile cambio al vertice, con il CEO Oliver Blume che potrebbe essere sostituito. A peggiorare ulteriormente la situazione, la holding Porsche SE ha annunciato pesanti svalutazioni: tra 2,5 e 3,5 miliardi di euro sulla partecipazione in Porsche AG, con la possibilità di ulteriori svalutazioni fino a 20 miliardi di euro sulla quota in Volkswagen.

Il futuro della storica casa automobilistica appare sempre più incerto, sospeso tra la necessità di innovazione e l’imperativo di mantenere solidi i propri fondamentali finanziari in un mercato globale sempre più competitivo e in continua evoluzione.

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