Home Notizie Prezzi dei carburanti agosto 2024: il rientro dalle vacanze più economico

Prezzi dei carburanti agosto 2024: il rientro dalle vacanze più economico

I prezzi della benzina e del diesel raggiungono i minimi del 2023, garantendo un rientro dalle ferie più conveniente per gli automobilisti

Il rientro dalle ferie sarà più economico per chi si mette alla guida in questi giorni, grazie al significativo calo dei prezzi dei carburanti. La benzina ha raggiunto il prezzo più basso dall’inizio dell’anno, mentre il diesel non era così conveniente da luglio 2023. In particolare, il prezzo della benzina verde al self-service si attesta a 1,811 euro al litro, mentre il gasolio costa 1,686 euro al litro. La notizia è stata riportata dal sito Quotidiano Energia, basandosi sui dati aggiornati al 25 agosto comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del Mimit.

Anche chi preferisce il servito potrà godere di un risparmio: la benzina è scesa a 1,958 euro al litro, rispetto a 1,980 euro del 9 agosto, mentre il diesel è passato da 1,860 a 1,833 euro al litro. Questi ribassi rendono il controesodo di quest’anno molto più conveniente rispetto al 2022. Un pieno da 50 litri di benzina al self-service oggi costa circa 6,55 euro in meno rispetto a dodici mesi fa, secondo i dati del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica. Il diesel offre un risparmio ancora maggiore: circa 7,35 euro in meno per un pieno.

Anche rispetto ai prezzi di qualche settimana fa, i risparmi sono evidenti. Come evidenziato dal presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, confrontando i prezzi rilevati dal Mimit il 2 agosto, oggi un pieno di benzina costa 1,90 euro in meno, mentre per il gasolio il risparmio è di 2,15 euro a rifornimento.

Prezzi dei carburanti in calo, ma attenzione…

Tuttavia, questo momento di convenienza potrebbe essere di breve durata. L’abbassamento dei prezzi alla pompa è stato causato dal calo del prezzo del petrolio, sceso la scorsa settimana a 71,80 dollari al barile. Ma il fine settimana ha visto un’inversione di tendenza, con un aumento del 2,3% del prezzo del petrolio.

Questo rialzo è stato innescato dall’annuncio del governo di Khalifa Haftar, che controlla l’est della Libia, di interrompere la produzione e l’esportazione di petrolio a causa delle tensioni interne al paese. Le divisioni tra il governo di Bengasi, sotto il controllo del generale Haftar, e il governo di unità nazionale riconosciuto dall’ONU, hanno infatti portato a una crisi che rischia di far risalire presto i costi del carburante.

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