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Prezzo carburanti, in Germania benzina a 1,8 euro/l: l’Italia cosa fa?

Mentre noi “valutiamo” la proroga dei 30 cent in meno dopo il 2 agosto, gli automobilisti tedeschi gongolano: il Governo deve intervenire con più decisione.

La media del prezzo dei carburanti penalizza l’Italia rispetto ad altri Paesi. Come la Germania, ad esempio, dove si rileva fino a 1,8 euro al litro per la benzina. Ma andiamo con ordine.

La media del prezzo dei carburanti in Italia aggiornata alle 8 di martedì 5 luglio dice che da noi la benzina costa 2,054 euro al litro (self service) e il gasolio si attesta su 2,015 euro/l (sempre al self). Chi va a GPL può tirare un sospiro di sollievo, perché i prezzi medi in Italia variano fra 0,829 euro/l e 0,850 euro/l. Continua a piangere, e avrà di che riempirne di fazzoletti per un bel po’, chi deve fare rifornimento di metano: i prezzi medi del gas naturale per autotrazione si collocano fra 1,909 euro/kg e 2,050 euro/kg.

Prezzo dei carburanti, Germania: dove la benzina costa 1,8 euro al litro

Tuttavia, la notizia che davvero ha fatto montare chi scrive su tutte le furie (e gli ha anche sferrato una metaforica mazzata di sconforto sul capo) arriva da un collega, che verso le 10 di giovedì 7 luglio gli ha scritto, in un messaggio via Skype: “Prezzo della Super in Germania: 1,799 euro/l”.

Prezzo dei carburanti: in Germania 6-7 centesimi in meno il gasolio e oltre 20 cent in meno la benzina

Non si sa dove la rilevazione di questo prezzo della benzina in Germania sia stata presa. Se vicino ad un grande insediamento urbano o in un’area rurale. Poco importa, in realtà, anche perché un ulteriore controllo (che documentiamo con l’immagine che abbiamo scelto come apertura) ha sì evidenziato prezzi leggermente superiori, tuttavia ben più bassi di quelli che si applicano in media in Italia.

  • Diesel: 1,969 euro al litro;
  • Benzina super E10: 1,819 euro/l;
  • Benzina Super: 1,879 euro al litro;
  • Ultimate Diesel: 2,189 euro/l;
  • Ultimate 102: 2,079 euro/l.

A conti fatti, a parità di denaro nel proprio portafoglio un consumatore tedesco paga il gasolio 6-7 centesimi in meno rispetto al “collega” italiano, e la benzina oltre 20 centesimi in meno.

Prezzo carburanti: che rabbia, e che delusione nei confronti dei nostri rappresentanti politici!

Ciò che davvero provoca sensazioni contrastanti (un po’ di invidia per gli automobilisti tedeschi, e indignazione nei confronti dei rappresentanti italiani al Governo e al Parlamento, a quanto pare incapaci di sforbiciare come si deve il prezzo dei carburanti: l’attenzione verso i consumatori c’è… a parole?) è proprio questo: il “toccare con mano” come ancora una volta non si sia assolutamente in grado di trovare una concreta e strumentale soluzione al problema del caro-vita.

In effetti: se lo fanno in Germania, perché in Italia non si può arrivare ad una più incisiva diminuzione del prezzo dei carburanti? Ci piacerebbe davvero saperlo, visto che non facciamo parte della Ragioneria dello Stato, non apparteniamo ad alcun Ministero ma siamo soltanto consumatori che vogliono essere informati.

Politiche di sviluppo del trasporto merci su ferrovia: siamo in notevole ritardo

È un problema che riguarda i carburanti, certo; e di riflesso i prezzi dei prodotti energetici e dei generi alimentari. Con il fatto che questi ultimi viaggiano per l’85% su gomma. Nonostante l’evidente necessità (e non è questione di adesso, ma che si protrae da lungo tempo, sicuramente da decenni) di potenziare la rete ferroviaria per il trasporto delle merci.

Ci si è iniziato a pensare in maniera concreta soltanto in tempi recentissimi, con il via al PNRR-Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Con un notevolissimo ritardo rispetto ai reali bisogni dei consumatori, sempre più stretti stretti fra aumento del prezzo dei beni di prima necessità (forse che i carburanti non lo sono?), tassazioni sempre più elevate e salari medi che sono diminuiti.

Prezzo carburanti, tasse, stipendi diminuiti: c’è sempre meno potere d’acquisto

Sì, signori. Il potere d’acquisto è il vero motore dell’economia. Quella che davvero fa muovere gli ingranaggi del Paese. E non lo diciamo noi: è un dato statistico. Come avevamo già avuto modo di evidenziare a fine giugno, a causa della stagnazione del PIL e della produttività l’Italia è l’unico fra i Paesi OCSE ad avere assistito a una diminuzione media dei salari negli ultimi trent’anni (-3%), a fronte di un +34% fatto registrare in Germania, un +31% degli stipendi in Francia e un +6% in Spagna.

Di più: come rilevava a fine maggio un approfondimento su La Repubblica, i nati dopo il 1986 possiedono il reddito pro-capite più basso della storia italiana. E se le proiezioni Istat per il 2022 prevedono un timido aumento delle retribuzioni contrattuali (+0,8%), l’inflazione si divorerà almeno cinque punti di potere d’acquisto.

Prezzo carburanti, riduzione delle accise: il 2 agosto è dietro l’angolo

Se questo non è chiaro, lo ribadiamo con altre parole: siamo in netto svantaggio. Occorre, e al più presto, una politica di reale attenzione al prezzo dei carburanti. Il 2 agosto è dietro l’angolo: sarà, quello, il giorno X di scadenza dell’attuale “taglio” alle accise che il Governo aveva varato il 21 marzo e confermato all’inizio di maggio.

C’è meno di un mese per decidere un provvedimento strutturale e ben più ampio rispetto al timidissimo “sconto” che era stato approvato dall’esecutivo, e che con l’aumento delle quotazioni è stato di fatto azzerato. Tanto che allo stato attuale un litro di benzina o di gasolio costano ai consumatori, grosso modo, lo stesso prezzo del 20 marzo. Vuol dire che se non ci fosse la riduzione delle accise andremmo a pagare 30,5 centesimi in più.

Proroga taglio accise sui carburanti: il Governo valuta…

Il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha dichiarato, in un intervento all’assemblea UNEM-Unione Energie per la Mobilità, che l’esecutivo sta valutando un’ulteriore proroga dello “sconto” sui carburanti oltre il 2 agosto. Un provvedimento che, per ammissione dello stesso ministro, sarà fondamentale perché il livello delle quotazioni del petrolio e del carburante sono diventate insostenibili per i consumatori.

…I consumatori pagano, ma con quali conseguenze?

Il problema è: siamo davvero in grado di sopportare un prezzo di benzina e gasolio sui 2 euro al litro? Anche ammesso un certo calo “alla pompa” per via della diminuzione delle valutazioni internazionali, pensiamo che a lungo andare questo andrà a ripercuotersi sempre di più sul sacchetto della spesa. Le conseguenze sarebbero drammatiche per milioni di famiglie e centinaia di migliaia di aziende.

Prezzo carburanti, benzina e diesel a 1,6-1,7 euro al litro: ci arriveremo (finalmente) un giorno?

È chiaro che nessuno possiede la sfera di cristallo, tuttavia crediamo che ipotizzare un prezzo di 1,6-1,7 euro al litro per benzina e gasolio non è un’eresia. In fin dei conti, fra spese d’acquisto del veicolo (prima immatricolazione o passaggio di proprietà), bollo auto, Rc Auto e manutenzione (che non vanno nelle casse dello Stato però sono costi obbligatori e necessari da sostenere), revisioni periodiche e, appunto, carburanti, la voce “auto” genera diversi miliardi di entrate ogni anno.

È possibile che non si riesca a trovare una quadra al problema del caro-carburanti? C’è poco da “studiare” proroghe all’attuale riduzione (piccola peraltro) delle accise oltre il 2 agosto: bisogna tagliare con più decisione. E far sì che la spesa al distributore sia più tollerabile per tutti, e a lungo. Sennò, altro che elettrificazione o studio sui carburanti sintetici: non avremo più neanche i soldi per comprarci un’auto usata.

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