Radford Type 62-2 JPS: la versione estrema della coupé su base Lotus
Il modello che accompagna la rinascita del marchio artigianale Radford fa nuovamente parlare di se per l’imminente presentazione (Goodwood Festival of Speed del 17-19 settembre) della declinazione “più Lotus che mai”.
Ad un mese esatto dal “vernissage” californiano, l’eco suscitata dall’imminente arrivo di Radford Type 62-2 si alimenta con un’ulteriore notizia, che farà piacere a tutti gli enthusiast dei modelli sportivi “senza fronzoli” e che attingono a piene mani alla più pura tradizione delle vetture ad alte prestazioni “nude e crude”. Si tratta della declinazione ultra-high performance “John Player Special”, che come le altre due caratterizzazioni (Classic e Gold Leaf) della coupé biposto a motore 3.5 V6 di Lotus Evora deriva nell’immagine dalla splendida quanto effimera Lotys Type 62 del 1969.
608 CV bastano?
La differenza sostanziale (e, come vedremo, non è da poco) consiste nel fatto che l’allestimento JPS, dalla livrea nell’inconfondibile nero-oro “che più Lotus non si può”, consiste nella versione più potente, più performante e più “cattiva” della già sorprendente gamma che contraddistingue la rinascita del marchio Radford. Sotto il cofano – o meglio: alle spalle dell’abitacolo, collocato in posizione centrale – il “Vusei” da tre litri e mezzo di cilindrata sprigiona ben 608 CV. Come dire quasi un terzo in più rispetto ai 430 CV erogati dalla configurazione “Classic”, ed oltre un centinaio in rapporto ai 500 CV della “Gold Leaf”.
Una completa elaborazione
Un incremento di “cavalleria” notevolissimo, e che deriva da un ben articolato programma di re-engineering al motore di origine Evora: nuovi gruppi pistone-biella, nuovi alberi a camme più profilati, nuove valvole ed un turbocompressore più grande. In buona sostanza: un veicolo più vicino ad un’auto da corsa che a una vettura adatta all’utilizzo stradale quotidiano.
È dannatamente racing, e non soltanto a livello di immagine
L’impostazione marcatamente “corsaiola” di Radford Type 62-2 JPS prosegue con l’adozione di uno splitter anteriore maggiorato, un diffusore posteriore anch’esso più grande, ulteriori feritoie per un più efficace raffreddamento del motore in ordine alle aumentate prestazioni, l’impiego di un set di cerchi Dymag in fibra di carbonio a diametro differenziato (18” all’anteriore e 19” al posteriore) e fissaggio monodado centrale che montano pneumatici Michelin Pilot Sport Cup 2, l’impianto frenante carboceramico fornito da Brembo con pinze racing AP. Sarebbe interessante conoscere nel dettaglio il risparmio in termini di peso indicato dai “piani alti” Radford per l’allestimento JPS, considerato che in ordine al recente “reveal” della nuova coupé a tiratura limitata era stata posta l’attenzione su una riduzione complessiva di circa 400 kg rispetto a Lotus Evora.
Per pochissimi superappassionati
Chi pensasse che sia facile accaparrarsi un esemplare della ultracoupé neo-rétro realizzata dalla rinata factory artigianale che “fa la spola” fra la Greater London e la California e vede fra i protagonisti del “new deal” Jenson Button, Ant Anstead e Mark Stubbs, potrebbe presto ricredersi. Innanzitutto per la limitatissima tiratura programmata: Radford Type 62-2 verrà prodotta in 62 esemplari; a sua volta, la versione-monstre JPS sarà allestita in appena 12 unità. Se si tiene conto del prezzo (che ufficialmente non si conosce ancora ma è chiaro che sarà a cinque zeri) e dell’assoluta artigianalità di realizzazione, i conti sono presto fatti: è una lineup di modelli abbordabile da un ristrettissimo “club” di facoltosi appassionati.
Sarà una delle “regine” a Goodwood
I “comuni mortali” potranno per ora accontentarsi di vederla dal vivo all’imminente Goodwood Festival of Speed 2021, che si svolgerà da venerdì 17 a domenica 19 settembre. Il via alla produzione è previsto per la fine di quest’anno, con le prime consegne attese per la prima metà del 2022.