RC Auto in Italia: aumenti record e regioni penalizzate
Aumenti Rc Auto in Italia: +12,6% dal 2021 al 2024. Napoli la più cara, Enna la più economica. Giovani penalizzati con rincari del 20%.
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Una spirale di aumenti inarrestabile. Premi assicurativi in crescita costante. Divario territoriale sempre più marcato. La situazione dell’Rc Auto in Italia fotografa un Paese diviso, con costi che continuano a lievitare dopo anni di ribassi.
Il mercato assicurativo italiano mostra segnali preoccupanti: secondo l’Ivass, il premio medio nazionale è salito a 416 euro a novembre 2024, segnando un aumento complessivo di 52 euro (+12,6%) rispetto al gennaio 2021. Un’inversione di tendenza significativa dopo che, tra il 2014 e il 2021, i premi erano diminuiti del 25,3% in termini nominali.
Questo rincaro generalizzato sta costando agli automobilisti italiani circa 1,7 miliardi di euro aggiuntivi rispetto a tre anni fa, un peso significativo in un periodo già caratterizzato da alta inflazione.
Mappa dell’Italia assicurativa: dal record di Napoli all’oasi di Enna
Il panorama dell’assicurazione auto in Italia presenta profonde disparità geografiche. Napoli mantiene il primato negativo con premi medi di 600 euro, seguita da alcune città toscane sorprendentemente costose: Prato (586 euro) e Pistoia (518 euro). Caserta completa il podio delle città più care con 537 euro.
Le grandi metropoli mostrano situazioni differenti: Roma si attesta sui 487 euro, mentre Milano risulta più contenuta con 404 euro. All’estremo opposto della classifica troviamo Enna, dove assicurare un veicolo costa mediamente solo 293 euro.
A livello regionale, il Centro Italia ha subito gli aumenti premi più pesanti (+15,5%), seguito dal Nord (+14%) e dal Sud (+11%).
Penalizzazione generazionale e prospettive
Particolarmente penalizzati risultano i neopatentati, con aumenti superiori al 20%, mentre gli automobilisti over 60 hanno subito incrementi più contenuti, attorno al 12%. Anche gli assicurati in prima classe del sistema bonus-malus hanno visto crescere i propri premi del 13% nell’ultimo triennio.
Il Codacons ha criticato duramente questa tendenza, definendola una “stangata” per le famiglie italiane e chiedendo interventi regolatori per calmierare i prezzi, soprattutto alla luce delle forti disparità territoriali che sembrano penalizzare sistematicamente alcune aree del Paese.
In questo scenario, appare sempre più necessaria una revisione delle politiche tariffarie nel settore assicurativo, che tenga conto non solo del rischio effettivo ma anche delle crescenti difficoltà economiche delle famiglie italiane, in un periodo di persistente pressione inflazionistica.
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