Renault Espace 2.0 Blue dCi Initiale Paris: la prova su strada
Al volante della monovolume della Renault con lo stile da crossover che porta avanti il concetto delle multispazio in un mercato dominato dai SUV
Era il 1984, un anno particolare, nel quale nacquero auto uniche come le Ferrari 288 GTO e Testarossa, ed una vettura destinata a motorizzare gran parte degli italiani, la Fiat Uno, venne insignita del premio di auto dell’anno. In questo contesto motoristico colmo di novità, la Renault fece debuttare l’Espace, ed iniziò il fenomeno dei monovolume nel Vecchio Continente, ampliato successivamente con la Scénic, un altro prodotto vincente della Casa della Losanga.
Oggi l’Espace è stata messa in ombra dai SUV, presenti anche nella gamma del Brand francese, ma si è evoluta, ha resistito alle mode, adeguandosi in parte, ed è stata affinata per essere ancora competitiva. Così, chi cerca un’auto spaziosa, esclusiva, e insospettatamente agile, può prendere in considerazione la variante Initiale Paris con il 2.0 dCi della nostra prova su strada.
Esterni: un’astronave da asfalto
Le mancano 14 cm per arrivare ai fatidici 5 metri di lunghezza, e con un’altezza di quasi 1 metro e 70 centimetri, l’Espace appare imponente, ma non pachidermica, perché il parabrezza è fortemente inclinato e l’ultimo finestrino slancia il montante posteriore facendola apparire come una sorta di “frecciarossa” da strada. E’ un crossover, non un SUV, ma ha perso quello stile rigorosamente MPV delle origini.
Poco male, oggi l’Espace si lascia guardare con un certo interesse, e anche se non segue le ultime tendenze stilistiche rimane un prodotto unico ed originale. Bello il frontale con tanto di calandra cromata che abbraccia i fari a LED, spaziale il posteriore con i gruppi ottici protagonisti che si estendono sulla fiancata e circondano il parabrezza. La variante Initiale Paris mostra anche diverse cromature che impreziosiscono l’insieme e sfoggia dei cerchi in lega che danno lustro alla vista laterale.
Interni: un salotto per 5, all’occorrenza per 7
Pelle, pelle e ancora pelle, sulla plancia, sui pannelli porta e, chiaramente, sui sedili, l’Espace Initiale Paris è un salotto per 5 dove ognuno ha la sua poltrona e anche il passeggero centrale può stendere le gambe perché il pavimento è piatto. Volendo, si può avere anche a 7 posti, e questo è sicuramente un valore aggiunto, così come i tanti vani portaoggetti disseminati nel suo abitacolo. Purtroppo però, il cassetto davanti al passeggero che si apre in stile archivio rischia di urtare le sue gambe dello stesso, il pozzetto centrale è profondo e rende difficoltoso recuperare chiavi e quant’altro vi venga riposto, mentre il vano dedicato allo smartphone con tanto di ricarica wireless è posto nella zona inferiore del tunnel centrale e non è semplice da raggiungere.
Comunque, l’Espace coccola i suoi passeggeri con finiture di livello e non rinuncia ad un bagagliaio da 660 litri che può arrivare ad oltre 2.000 litri per essere a prova di trasloco. Interessante e pratico il sistema per abbassare gli schienali posteriori elettricamente, grande e colmo di informazioni lo schermo da 9,3 pollici del sistema multimediale che si sviluppa in verticale, dialoga con gli smartphone, ma non è così reattivo come ci si aspetterebbe. La strumentazione digitale cambia in base alle modalità di guida che si selezionano ed aiuta a tenere tutto sotto controllo durante la marcia.
Al volante: è più agile di quanto si pensi
Vedendola da fuori l’Espace nasconde quell’agilità che dimostra al volante per via delle 4 ruote sterzanti: utilissime in città ed in parcheggio. Ma c’è di più, perché questa soluzione offre anche stabilità nei curvoni autostradali e rende meno impegnativa una vettura di quasi 5 metri e pesante oltre 1.700 kg. Il comfort è assicurato dalle sospensioni tarate nella maniera giusta e da sedili a prova di trasferta chilometrica, mentre la spinta è garantita dal 2 litri turbodiesel da 200 CV e 400 Nm di coppia massima.
Un motore che le consente anche di ottenere una percorrenza media di 16 km/l: niente male considerando il peso e gli ingombri del corpo vettura. Il diesel non è morto, anzi è ancora l’alimentazione giusta su certe tipologie di auto e l’Espace lo dimostra alla grande. Infatti, l’unità in questione, coadiuvata dal cambio automatico a 6 rapporti a doppia frizione, vanta una progressione brillante e spinge bene anche in salita e a pieno carico. Certo, in ripresa non è sempre irreprensibile, complice un cambio tarato più per il comfort che per la guida impegnata, ma nel corso della nostra prova su strada ci ha soddisfatto nella maggior parte delle occasioni.
Gli ADAS presenti consentono di poter contare su quella che è definita guida autonoma di livello 2: in pratica l’auto segue il traffico davanti a sé sfruttando il cruise control adattivo, mantiene la giusta distanza di sicurezza, e riparte in autonomia rimanendo nel contempo in carreggiata, ma ha la necessità di una supervisione costante del guidatore, che deve tenere le mani sul volante.
Prezzo: 53.000 euro
La ricchissima e preziosa Initiale Paris, con il più potente dei turbodiesel in gamma e le quattro ruote sterzanti, porta il listino dell’Espace a 53.000 euro, ma ci sono anche versioni più a buon mercato per chi non ricerca il massimo sotto ogni punto di vista. Infatti, la variante Business con il 2.0 dCi da 160 CV ed il cambio EDC ha un costo decisamente più abbordabile: 42.900 euro, che salgono a 44.900 euro scegliendo il motore a gasolio da 200 CV.