Ristoratori romani in crisi per il nuovo Codice della Strada
Ristoratori romani in difficoltà: il nuovo Codice della Strada spaventa i clienti e riduce il consumo di alcolici nei locali
Il nuovo Codice della Strada, entrato in vigore il 14 dicembre 2024, sta avendo un impatto inaspettato sul settore della ristorazione nella Capitale. Nonostante non siano stati introdotti limiti più rigidi per il consumo alcolici, la percezione pubblica sembra essersi trasformata radicalmente, influenzando le abitudini dei clienti e il fatturato dei locali.
Carlo Muzi, proprietario della storica pizzeria La Montecarlo, segnala un drastico calo nelle vendite di bevande alcoliche. «Le persone sono state terrorizzate. Hanno detto che se magnano un Mon Chéri je ritirano la patente», racconta. Questo fraintendimento ha spinto molti clienti a evitare persino le birre a bassa gradazione, alterando il clima di spensieratezza che caratterizzava le serate nei ristoranti e pub di Roma.
La comunicazione sbagliata
Roberta Pepi, titolare del ristorante Da Robertino nel Rione Monti, sottolinea come il problema principale risieda nella comunicazione inadeguata delle nuove normative. «L’unica stretta reale è stata quella sulle sanzioni. Ma la percezione della gente è cambiata», spiega. Secondo la Pepi, il vero pericolo per la sicurezza stradale non è l’alcol, ma l’uso del telefonino durante la guida. Tuttavia, l’effetto di questa disinformazione rischia di aggravare la crisi economica del settore enogastronomico.
Impatto economico
Il danno economico è evidente anche al Treefolk’s Pub su viale Trastevere, dove il gestore Luca segnala una perdita del 30% degli incassi settimanali. «Nei primi tre giorni non si è visto quasi nessuno. Ora i clienti si concentrano solo in determinati giorni, ma per un locale grande come il nostro è un problema», dichiara. Anche chi lavora nel settore risente di queste nuove dinamiche: «Per lavoro dobbiamo assaggiare spesso, ma non possiamo rischiare il ritiro della patente», aggiunge Luca.
Codice della Strada: una questione di percezione
Simone Trabalza, nipote della celebre Sora Lella e gestore di un locale sull’Isola Tiberina, evidenzia come la paura abbia modificato le abitudini di molti, nonostante non ci siano stati cambiamenti effettivi nelle regole. «C’è chi non beve anche se non è cambiato nulla», afferma. Trabalza, pur riconoscendo l’importanza di norme più severe per ridurre gli incidenti mortali, osserva che «per colpa di qualcuno paghiamo tutti». In questo clima di incertezza, molti ristoratori romani si interrogano sul futuro del settore, auspicando una comunicazione più chiara e mirata per evitare ulteriori danni economici e culturali.