Si può lavare l’auto in zona rossa? Ecco regole e sanzioni
La “lavatina” alla propria vettura non è sempre consentita nelle regioni in “fascia rossa”: vediamo chi può e chi non può, e come comportarsi per non vedersi appioppata una multa.
Con mezza Italia in zona rossa fino a Pasqua, tornano in primissimo piano le questioni legate a quali attività sia permesso svolgere e quali, al contrario, resteranno “off limits” per le prossime settimane. In effetti, sebbene le risposte alle principali domande “a tema” siano piuttosto chiare ed ampie nella sezione delle “FAQ” pubblicate nel portale Web del Governo, è bene occuparsi in dettaglio di alcuni argomenti che riguardano il mondo della manutenzione dell’auto (o della moto). In buona sostanza: nelle settimane di “zona rossa”, è possibile lavare il proprio veicolo, portarlo in officina oppure recarsi dal gommista?
Innanzitutto, una precisazione
Questioni elementari in periodi “normali”, che tuttavia possono generare qualche incertezza quando ci sono pesanti restrizioni agli spostamenti delle persone. Occorre quindi suddividere la risposta in diversi capitoli, fermo restando il fatto che in zona rossa, se si esce di casa, è sempre consigliabile avere una valida motivazione per farlo (ovvero uno dei “comprovati motivi” di salute, lavoro, necessità od emergenza peraltro da indicare nell’autodichiarazione che è bene avere, già “preparata”, a portata di mano, anche se in caso di controllo si potrà sempre compilare il modulo fornito dagli agenti di polizia statale o locale).
Soltanto in caso di urgenza
Il riferimento all’autodichiarazione contiene di per se un’implicita risposta alla domanda “se” una determinata attività personale possa essere effettuata in zona rossa. Gli autolavaggi, così come le concessionarie e gli autosaloni, le autofficine, i carrozzieri, gli elettrauto ed i negozi di ricambi possono tenere aperto (fanno parte delle categorie commerciali considerate “di prima necessità”), tuttavia è fondamentale tenere a mente che ci si può rivolgere a loro soltanto in caso di urgenza e se ciò sia correlato alla propria – e soprattutto altrui – sicurezza su strada; oppure – nel caso dell’autolavaggio – se si appartiene ad una delle categorie professionali che a loro volta svolgono servizi essenziali.
I gestori possono decidere se tenere aperto o chiuso
Prima di tutto, vale la pena fare una precisazione: il fatto che un negozio o un esercizio professionale possano tenere aperto, non significa che “devono” tenere aperto. Si tratta pur sempre di attività private, dunque l’esercente, o gestore, può benissimo decidere di tenere la saracinesca abbassata. Nel caso degli autolavaggi, questo appare piuttosto evidente anche come conseguenza del numero di autoveicoli privati in circolazione, notevolmente ridotto.
Meglio informarsi prima
Vale quindi il consiglio di informarsi preventivamente, per via telefonica, se l’autolavaggio sia in effetti aperto; il telefono è qui indispensabile, ed anche più utile della ricerca online in quanto gli orari potrebbero non essere stati aggiornati.
In zona rossa, posso lavare la mia auto?
A questo punto, è importante fare attenzione: anche se si pensi che “Una lavatina non vuol dire niente”, poi bisognerebbe spiegare questa convinzione – che è del tutto personale – agli agenti nel caso in cui si venga fermati per un controllo. Lavare la propria auto, furgone, moto o bicicletta, in effetti non rientra fra le operazioni che è consentito svolgere liberamente. A meno che non si abbia una valida motivazione (ed ecco che torna, come si accennava qui sopra, l’obbligo dell’autodichiarazione), poi è difficile per l’automobilista spiegare agli accertatori che la carrozzeria un po’ sporca urtava il suo senso estetico.
Senza valida motivazione, la multa è in agguato
Altrimenti, si rischia la sanzione amministrativa da 400 euro a 1.000 euro (con pagamento ridotto a 280 euro se si provvede entro cinque giorni), il che per un passaggio della vettura sotto alle spazzole sembra un tantino eccessivo. Se non vi sia urgente necessità, come vedremo, è meglio soprassedere per un po’ di tempo, e tornare quando la situazione migliorerà (e lo speriamo tutti!). Oppure richiedere interventi ad hoc o impiegare prodotti dedicati. Ma andiamo con ordine.
Non tutti possono lavare la propria vettura
A meno che non vi siano precise esigenze di lavoro, quindi, in linea generale non è possibile lavare l’auto. Le uniche categorie autorizzate (ovvero che non rischiano alcuna sanzione per avere violato le norme anti-Covid) sono peraltro soltanto alcune categorie professionali.
- Taxi
- Aziende o autisti di veicoli a noleggio con conducente;
- Operatori sanitari;
- Operatori delle pompe funebri.
Anche qui, attenzione: anche chi appartenga ad una di queste categorie professionali, è bene che abbia con se un’autocertificazione, oppure che fornisca la motivazione alle forze di polizia che provvederanno a fornire il modulo all’automobilista.
>> Qui l’autocertificazione in Pdf, editabile, da scaricare
A domicilio
Quanto elencato fin qui vale nel caso in cui si decida di uscire di casa per lavare la propria vettura. Gli “incontentabili” hanno la possibilità di richiedere l’intervento di un trattamento di “maquillage” del veicolo a domicilio. Esistono numerosi servizi dedicati, le principali città ne dispongono: è sufficiente dare un’occhiata sul Web per trovare ciò che fa al caso proprio. Gli addetti degli autolavaggi a domicilio utilizzano prodotti specifici “a secco”, che non implicano l’impiego di acqua. Gli stessi prodotti, che appunto non richiedono né autolavaggio né modalità di smaltimento o di depurazione delle acque, possono essere utilizzati dallo stesso automobilista privato.
Autolavaggio “fai-da-te”? Attenzione!
Il lavaggio fai da te dei veicoli è in linea di massima non consentito. Tanto su strada pubblica quanto nelle aree private (compresi i cortili condominiali). L’art. 15 del Codice della Strada (“Atti vietati”) stabilisce infatti, al comma 1 lettera h), che è vietato “Scaricare, senza regolare concessione, nei fossi e nelle cunette materiali o cose di qualsiasi genere o incanalare in essi acque di qualunque natura”. Va da se che durante qualsiasi lavaggio l’acqua insaponata e le sostanze inquinanti che provengono dal veicolo stesso possono andare a finire nelle condotte fognarie (mentre gli impianti di autolavaggio professionali ed autorizzati dispongono delle infrastrutture di legge, comprese quelle di smaltimento e di depurazione delle acque reflue).
Lavare l’auto su strada pubblica: perché non si può
Sia che si voglia lavare la vettura su strada pubblica, sia che ciò possa avvenire in un’area privata, bisogna quindi stare molto attenti: se un agente “pizzica” un automobilista intento ad un’operazione di autolavaggio “fai-da-te” su suolo pubblico, può elevargli una sanzione che va da 105 euro a 422 euro, che può essere pagata con il 30% di sconto entro cinque giorni, oppure “in misura ridotta”, che poi è quella indicata nel verbale di contravvenzione, entro sessanta giorni; trascorso questo periodo, scatta la sanzione in misura ordinaria, ovvero corrispondente al doppio di quella indicata nel verbale. Se la multa viene lasciata nel cassetto per più tempo, arriverà una cartella esattoriale con in più un 10% di interessi per ogni semestre di ritardo.
Lavare l’auto in area privata: occhio al trattamento delle acque reflue
Se si lava l’auto in un’area privata, l’operazione è consentita, a patto che le acque reflue non vadano a finire sul suolo pubblico (è quindi necessario canalizzarle e poi smaltirle nel medesimo suolo privato), e nemmeno nei corsi d’acqua (torrenti o fiumi), nei canali o in qualsiasi condotta di irrigazione pubblica o privata (ciò per evitare che le acque vi vengano contaminate).
Lavare l’auto nelle aree condominiali: meglio di no
Sulla base di quanto indicato, è chiaro che anche il lavaggio della propria vettura nel cortile condominiale sia vincolato al trattamento delle acque reflue. Bisogna però stare attenti al regolamento del condominio, se cioè vieti espressamente il lavaggio dei veicoli. In effetti, non è possibile utilizzare l’acqua del condominio per le proprie attività; inoltre, le aree condominiali possono essere utilizzate dai condomini se ciò non altera la distinzione del bene. In altre parole, anche se il cortile del palazzo viene impiegato come parcheggio delle auto dei condomini, esso non è affatto un autolavaggio.