Speedline a rischio bancarotta: sfida per salvare l'azienda dei mitici cerchi in lega

Speedline, storico produttore di cerchi in lega, affronta una grave crisi. Tavolo Mimit aperto per salvare l'azienda e oltre 200 posti di lavoro

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 17 feb 2025
Speedline a rischio bancarotta: sfida per salvare l'azienda dei mitici cerchi in lega

“Dallo splendore all’insolvenza, dal primato mondiale al rischio chiusura”. Con queste parole amare, il commissario straordinario Maurizio Castro descrive la parabola discendente della crisi Speedline, storica azienda veneziana e leader nella produzione di cerchi in lega per il settore automotive italiano.

Le grandi collaborazioni di Speedline

L’azienda, nota per le sue collaborazioni con marchi prestigiosi come Ferrari, Lamborghini e Porsche, si trova ora ad affrontare una profonda crisi finanziaria, con un passivo superiore ai 20 milioni di euro. La dichiarazione di insolvenza, avvenuta il 15 ottobre, ha messo a rischio oltre 200 posti di lavoro, portando l’azienda sotto amministrazione fiduciaria.

Le difficoltà di Speedline non sono attribuibili unicamente a sfide globali come la transizione ecologica o la pandemia. Il declino ha radici più profonde, risalenti al 2007, quando l’azienda fu acquisita dal gruppo svizzero Ronal. La gestione Ronal Callista ha successivamente spostato progressivamente la produzione in altri stabilimenti europei, con il fondo tedesco Callista che, nel 2023, ha ulteriormente accelerato il declino, determinando un drastico calo della produzione.

Speedline: una crisi che viene da lontano

Attualmente, lo stabilimento opera a regime ridotto, producendo circa 1.200 ruote al giorno rispetto alle 3.000 del periodo pre-pandemia. Per affrontare la situazione, il Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) ha avviato un tavolo di crisi per individuare potenziali investitori interessati a rilanciare l’azienda.

La vicenda di Speedline rappresenta un caso emblematico delle difficoltà che attraversa l’industria automotive italiano, stretta tra le sfide della transizione verso la mobilità elettrica e le turbolenze del mercato globale. La speranza è che questa eccellenza del Made in Italy possa presto trovare una nuova strada per il rilancio, preservando il suo prezioso patrimonio di competenze e professionalità.

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