Tutor 3.0, in autostrada non si può più sgarrare: dove si trova in Italia

Scopri il Tutor 3.0, attivo dal 2025 su 26 nuove tratte italiane. Più sicurezza, meno incidenti e multe inevitabili per chi supera i limiti

Di Fabrizio Caratani
Pubblicato il 10 mar 2025
Tutor 3.0, in autostrada non si può più sgarrare: dove si trova in Italia

2.000 chilometri di copertura, 26 nuove tratte, 51% in meno di mortalità stradale. Questi sono i numeri della rivoluzione delle autostrade italiane grazie all’introduzione del Tutor 3.0, il sistema di ultima generazione che, dal 7 marzo 2025, renderà i viaggi più sicuri.

Tutor 3.0: pensato per aumentare la sicurezza

La tecnologia avanza per migliorare la sicurezza stradale. Questo nuovo dispositivo non si limita a rilevare l’eccesso di velocità istantaneo, ma calcola la media su tutto il percorso, monitorando i veicoli sia frontalmente che posteriormente, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche o di luminosità.

Le arterie interessate includono i principali snodi della penisola. Sulla A1, il sistema coprirà il tratto tra Monte San Savino e Valdichiana, proseguendo fino a Fabro. Sulla A9 Milano-Como, i dispositivi saranno attivi da Lomazzo Nord a Saronno. La dorsale adriatica A14 sarà monitorata nel tratto Pesaro-Rimini Sud. Ulteriori controlli saranno presenti sulla A11 Firenze-Mare, sulla A27 verso Belluno e sulla diramazione Roma Nord.

Obiettivo abbassare la velocità media

Il sistema sanzionatorio prevede una scala proporzionale: si parte da multe autostrada contenute per chi supera i limiti di velocità di meno di 10 km/h, fino a sanzioni pesanti che superano i 2.000 euro per chi eccede di oltre 40 km/h, con sospensione della patente. Particolare attenzione è riservata alle infrazioni ripetute, che comporteranno provvedimenti più severi.

L’obiettivo è ridurre la velocità media sulle autostrade italiane. I dati raccolti dalle tratte già monitorate dai precedenti Tutor dimostrano che il dimezzamento della mortalità stradale è un risultato concreto e significativo, nonostante le critiche sulla natura “punitiva” del sistema.

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