Volkswagen e il futuro delle sue fabbriche: la Cina alla porta
La Cina mira alle fabbriche Volkswagen in chiusura per espandersi in Europa e aggirare i dazi UE sulle auto elettriche. Opportunità e sfide
Volkswagen si trova a vivere una delle fasi più critiche della sua storia, mentre i costruttori cinesi guardano con interesse alle sue strutture in Germania. Secondo quanto riportato da Reuters, alcune fabbriche tedesche del gruppo, destinate alla chiusura, potrebbero essere acquisite da produttori cinesi. Tra queste, lo stabilimento di Dresda, dove si produce il modello elettrico ID.3 con 340 dipendenti, e quello di Osnabrück, dedicato all’assemblaggio delle T-Roc Cabrio e che impiega 2.300 persone. Le chiusure sono previste rispettivamente entro il 2025 e il 2027.
Stabilimenti Volkswagen nel mirino della Cina
L’interesse cinese deriva dalla possibilità di aggirare i dazi imposti dall’Unione Europea sulle auto elettriche importate dalla Cina. Attraverso l’acquisizione di queste fabbriche, i produttori cinesi potrebbero stabilire una presenza produttiva diretta in Europa, rafforzando la loro posizione nel mercato automobilistico globale.
La chiusura di questi stabilimenti rientra nel piano strategico di Volkswagen per affrontare la transizione verso la mobilità elettrica. Tuttavia, il gruppo deve anche fronteggiare le difficoltà legate al rallentamento economico globale e all’adattamento alle nuove tecnologie sostenibili. Sebbene sia stato raggiunto un accordo con i sindacati per evitare licenziamenti diretti, si prevede la perdita di circa 35.000 posti di lavoro entro il 2030.
La vendita delle fabbriche potrebbe fruttare a Volkswagen tra i 100 e i 300 milioni di euro per ciascun impianto. Tuttavia, il successo di queste operazioni dipenderà anche dalle politiche del governo tedesco, impegnato a ridurre la dipendenza economica dalla Cina. Durante i 16 anni di governo di Angela Merkel, i rapporti economici tra Germania e Cina si sono intensificati, ma l’attuale esecutivo sembra voler invertire questa tendenza.
L’espasione nel Vecchio Continente
Nel frattempo, i costruttori cinesi stanno già ampliando la loro presenza in Europa. Aziende come BYD, Leapmotor e Chery stanno investendo in stabilimenti situati in Paesi con costi di manodopera più bassi, come Ungheria, Turchia, Polonia e Spagna. Questi investimenti testimoniano l’ambizione della Cina di consolidare il suo ruolo di leader nel settore delle auto elettriche, anche in un mercato competitivo come quello europeo. L’eventuale acquisizione delle fabbriche tedesche rappresenta un nuovo capitolo nella competizione globale per il predominio nel mercato delle auto elettriche, in cui la Cina continua a svolgere un ruolo di primo piano.