Volkswagen T-Roc R: la prova su strada

La T-Roc R è la più rock della gamma e suona benissimo tra le curve con la trazione integrale e lo scarico Akrapovic

Di Valerio Verdone
Pubblicato il 2 giu 2021
Volkswagen T-Roc R: la prova su strada

Ormai il SUV sportivo è stato sdoganato, non c’è più nessun pregiudizio per una proposta a ruote alte con tanti cavalli sotto il cofano, e così Volkswagen lancia la T-Roc R che beneficia di un “trapianto di cuore" dalla Golf-R della precedente generazione e si affida alla trazione integrale per scaricare a terra una potenza decisamente generosa per un SUV a cavallo tra il segmento B ed il segmento C.

Esterni: cattiva ma con discrezione

La lettera R su questa T-Roc non sottintende un allestimento estetico, il SUV di Wolfsburg non indossa solamente la tuta e le scarpe da corsa, i cerchi da 19 pollici non sono li a caso, ma presenta un cuore generoso capace di farla scattare come le sorelle convenzionali non potrebbero, e promette battaglia con quei 4 terminali di scarico griffati Akrapovic capaci di alzare la voce con carattere. Ci sono altri dettagli a cui fare caso, come i fari posteriori bruniti, l’estrattore, ed un paraurti anteriore rivisto che ospita elementi in nero lucido oltre alle firme luminose a LED a sviluppo verticale. Poi c’è la livrea blu per un richiamo alle competizioni che non fa mai male.

Interni: dettagli sportivi, ma le plastiche rimangono rigide

Se sali su una sportiva pretendi delle sedute al alto contenimento e sulla T-Roc R chi siede nella zona anteriore riceve un abbraccio deciso ma non troppo, in modo da non trascurare il comfort nei lunghi viaggi. Una volta conquistato il posto guida, ecco che balza all’occhio il volante tagliato nella parte bassa, ed un tachimetro dall’ottimismo smisurato, considerato il fondo scala che segna ben 320 km/h. Insomma, la suggestione di essere al cospetto di un SUV speciale c’à tutta, ma le plastiche rigide nella parte alta della plancia rappresentano una stonatura, almeno sulla R che, comunque, presenta ottimi assemblaggi.

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Al volante: corre veloce e in sicurezza e suona il rock degli scarichi Akrapovic

Se si scende da una T-Roc normale e si sale su una R, bastano pochi km per capire che l’auto è, giustamente, più rigida, ma anche più recettiva agli input del guidatore. Per svegliare la tigre che vive sotto il cofano basta selezionare la modalità Race ed utilizzare il cambio a DSG a 7 rapporti in modalità manuale. Allora ecco che l’auto entra in curva fulminea, prende la corda in un lampo e non si smuove grazie al prezioso contributo della trazione integrale 4Motion. Continuare a tenere giù il piede a quel punto dipende solamente dalla resistenza degli organi interni che si spostano verso l’esterno della curva, perché il sound selvaggio che fuoriesce dall’impianto di scarico in titanio più si spinge sul gas e più emoziona.

Ma badate bene, non è un suono artificiale, è pura magia firmata Akrapovic. Il baricentro alto? Beh, con il lavoro svolto sull’assetto la differenza rispetto alla Golf R della precedente generazione è veramente minima, e su strada il formato SUV non disturba più di tanto. Ci sono 5 modalità di guida in totale, comprese quelle che adattano la vettura anche ai fondi più difficili, ma una volta provata la Race è difficile tornare indietro, a meno che non ci si trovi ad affrontare il traffico del classico percorso casa-ufficio.

Prezzo: 45.500 euro per la T-Roc più cattiva

Vedere il listino di una T-Roc che schizza a 45.500 euro sulle prime può lasciare interdetti, ma se si riflette sul fatto che sia, a tutti gli effetti, una Golf R della precedente generazione travestita da SUV, allora si comprende il valore di ogni singolo centesimo. Condivisibile la scelta della Volkswagen di puntare sulla trazione integrale, perché la potenza è abbondante e in questo modo si riesce a sfruttare a pieno gestendola al meglio.

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